Zidane o Deschamps, la Francia decide il ct

Nelle prossime ore Didier scioglierà le riserve sul futuro, l'altro ex juventino pronto a prendere il suo posto. Intanto i Blues hanno voluto salutare e ringraziare i tifosi all’Hotel de Crillon come nel 2006 e Benzema ha annunciato l'addio alla Nazionale
Zidane o Deschamps, la Francia decide il ct
di Davide Palliggiano
4 min

Nell’estate del 2018, dopo la vittoria in Russia, milioni di francesi cantavano la Marsigliese e la canzone dedicata a N’Golo Kanté sulle note di ‘Les Champs-Élysées’. Quattro anni dopo non c’è stato il bagno di folla, ma in 10mila si sono comunque presentati a Place de la Concorde per ringraziare, al coro di ‘Merci les Bleus’, i vicecampioni del Mondo. La federcalcio avrebbe voluto evitare, ma sono stati gli stessi giocatori che hanno chiesto esplicitamente di ricevere l’abbraccio dei tifosi al loro rientro in patria. La location era la stessa del 2006, quando la Francia perse la finale di Berlino contro l’Italia: l’Hotel de Crillon, recintato a dovere per permettere alla squadra di arrivare in tutta serenità al centro di Parigi intorno alle 21.15, circa un’ora dopo l’atterraggio all’aeroporto Charles de Gaulle.

L'abbraccio dei tifosi

Mbappé e compagni sono stati scortati dalla polizia durante tutto il percorso in cui hanno percepito, moderatamente, l’affetto dei francesi. Che il giorno prima, sintonizzati su TF1, erano ben 24 milioni. «Era nostro dovere ringraziare tutti i francesi che ci hanno sostenuto - ha raccontato Deschamps -. Abbiamo condiviso emozioni favolose anche se l'ultima è crudele e fa male. Ma non dobbiamo dimenticare tutto quello che questo gruppo ha fatto pur incontrando difficoltà prima e durante la Coppa del Mondo». Uno stato d’animo che i presenti a la Concorde hanno percepito. Per 18 minuti sono stati in qualche modo ringraziati dalla squadra, accalcata sui balconi dell’hotel in cui Giroud e Griezmann, i più sorridenti, hanno provato ad animare la folla a mo’ di capi ultrà. «Ci daremo un grande abbraccio e andremo in vacanza per ricaricare le batterie: c’è una stagione da finire - ha raccontato il milanista, tra i più acclamati -. È sempre difficile lasciare un gruppo con cui hai passato un mese e mezzo, siamo come una famiglia, come fratelli». Momenti belli vissuti dal vivo, mentre sui social Tchouameni, Coman e Kolo Muani hanno dovuto chiudere la possibilità di commentare i loro post dopo aver ricevuto insulti razzisti. I primi due avevano sbagliato i rigori costati cari alla Francia. L’attaccante aveva invece fallito il possibile 4-3 nel 2° tempo supplementare.

Futuro incerto

Oggi o al massimo domani Deschamps scioglierà intanto le riserve sul suo futuro. È in carica dal 2012 e dopo 10 anni potrebbe aver voglia di prendersi una pausa o di aspettare la chiamata di un club. Ha vinto tutto o quasi, l’ex juventino. Un Mondiale, una Nations League, gli è mancato l’Europeo, ma in 10 anni da ct è arrivato quasi sempre in fondo a ogni competizione. Compito non facile, visto che ha dovuto convivere negli ultimi anni con l’ombra di Zidane, pronto a prendere il suo posto dopo aver lasciato il Real Madrid nell’estate del 2021. La sensazione, almeno secondo L’Equipe, è che Deschamps abbia intenzione di restare, a patto che la federcalcio gli offra un contratto fino al Mondiale del 2026.

Addio ai Bleus

E visto che i rapporti con il ct non sono proprio dei migliori, si può leggere in tal senso l’addio alla nazionale di Benzema. Assente a Parigi come in Qatar, ma mai tolto dalla lista dei convocati, il Pallone d'Oro in carica ha annunciato il ritiro con un post sui social. «Ho fatto gli sforzi e gli errori necessari per essere dove sono oggi e ne sono orgoglioso! Ho scritto la mia storia e la nostra è finita». Benzema ha chiuso la sua esperienza in nazionale con 37 gol in 97 presenze, 5° nella storia della Francia e con un solo gol in più di Mbappé, diventato domenica il 6° di sempre scavalcando Trezeguet con la tripletta all’Argentina. A Place de la Concorde il fenomeno di Bondy è stato il più acclamato e quel «Ci rivedremo» postato su Instagram con la Coppa del Mondo in primo piano sembra, più che una minaccia, una assoluta certezza.


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