© EPABene ma non benissimo il rumeno Istvan Kovacs (voto 6) dalla Transilvania. Primo tempo da top referee (è élite dell’Uefa), secondo meno bene, il fallo su Abraham in Dogso andava fischiato. Alla fine non ha inciso, l’ha chiusa con 26 fischi e 5 ammoniti. Due curiosità. La prima: in tribuna centrale, uno striscione pro direttore di gara: «Istvan Kovacs #1 referee». Cosa rara (in Italia ricordiamo «Noi tifiamo per l’arbitro» a Verona sponda Chievo il giorno dell’esordio in A di Doveri, lontano 2010, portato dalla sezione di Roma1). La seconda: Kovacs ha diretto una finale Uefa a 37 anni, noi in Italia a quell’età li promuoviamo internazionali (gli ultimi fatti da questa AIA, Pairetto e Chiffi, avevano 37 anni lo scorso primo gennaio). E poi ci chiediamo perché siamo così indietro.
Regolare
Millimetrica la posizione di Zaniolo sulla rete dell’1-0. Sul lancio di Mancini, infatti, il giallorosso è tenuto in gioco dal piede sinistro di Trauner, bravo nell’occasione l’assistente numero due, Artene, a rimanere giù con la bandierina, nel VAR solo un controllo.
No rigore
Autopalo di Mancini, pallone sul braccio destro di Cristante non punibile: pallone inaspettato, braccio in posizione congrua (anche se largo) per sentire l’avversario. Non è rigore.
Rischio rosso
Rischia il cartellino rosso Senesi: non si accorge che Abraham lo ha anticipato sulla destra, lo trattiene (un po’ ma tanto basta per sbilanciarlo) sul braccio sinistro, l’arbitro decide di far continuare e questo mette fuori causa il VAR. Ma era un fallo da fischiare, era rosso per Dogso (chiara occasione da gol).
Disciplinare
Perdonato subito Nelson (fallo netto in ripartenza su Zalewski), nella ripresa pure Malacia (diretto su Zaniolo sempre in ripartenza), misterioso il giallo a Pellegrini (proteste?).
Var
Fritz (Ger), voto 6. Dove avrebbe dovuto (Abraham), non poteva.