Protocollo in attesa di giudizio: cosa fare se un giocatore è positivo

Il nodo resta sempre quello legato a un eventuale nuovo positivo: isolare solo lui o tutta la squadra per due settimane? Rischio di stop and go ripetuti
Protocollo in attesa di giudizio: cosa fare se un giocatore è positivo© FOTO MOSCA
Andrea Ramazzotti
3 min

MILANO - L'attesa convocazione della Figc davanti al Comitato tecnico-scientifico del governo non c'è stata neppure ieri. Gli scienziati che coadiuvano l'esecutivo negli ultimi 2 giorni hanno dirottato le loro attenzioni soprattutto sulla riapertura delle messe e dei funerali ai fedeli, un tema di struggente attualità dopo la richiesta della Cei, la Conferenza episcopale italiana. Per verificare quali saranno le modifiche che il Cts proporrà al protocollo elaborato dagli esperti della Federcalcio, dunque, bisognerà aspettare ancora. Quanto? Forse oggi. Il professor Zeppilli, che presiede il comitato voluto da Gravina, e il numero uno di via Allegri sono in attesa di una chiamata. Il protocollo per gli allenamenti del calcio non è considerato una priorità dal Comitato tecnico-scientifico del governo anche perché le sedute collettive delle squadre nei rispettivi centri di allenamento (con tanto di ritiri) dovrebbero iniziare solo il 18 maggio. Tempo per dare un parere e per lavorare sul testo ce n'è, fermo restando che sono scontate integrazioni con il protocollo della Fmsi di Casasco.

Chi in isolamento?

Il tema centrale è "cosa fare se un atleta diventa positivo dopo la ripresa degli allenamenti"? Isolare solo il contagiato e fare due tamponi a tutti i componenti della squadra a distanza di 5 giorni oppure mettere in quarantena tutta la formazione? Se la scelta fosse quest'ultima, riprendere il campionato 2019-20, ma anche ripartire a settembre con quello 2020-21 sarebbe complicato perché il rischio di uno "stop and go" continuo diventerebbe elevato. Il concetto in realtà merita di essere spiegato. La positività di un calciatore è gestita da un medico dell'Asl, non dal responsabile sanitario della squadra, e spetta al primo la facoltà di stabilire (e isolare) i soggetti con i quali il positivo è entrato in "contatto stretto" ovvero senza la mascherina o comunque con il rischio di trasmettere il virus. È chiaro che il concetto di "contatto stretto" non si concilia con il calcio, soprattutto con le partite. Con la fase degli allenamenti invece... [...]

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