Lazio, la difesa di Sarri, la classe di Milinkovic

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Lazio, la difesa di Sarri, la classe di Milinkovic© ANSA
Alberto Dalla Palma
6 min

La quarta vittoria consecutiva (la terza per 4-0) certifica l’ingresso della Lazio in zona scudetto, sostenuta dai suoi giocolieri (Milinkovic, Luis Alberto e Zaccagni), da un portiere sorprendente (Provedel) e da un attaccante (Immobile) che da anni non ha più rivali nel calcio italiano: al Franchi è arrivato a quota 188 gol (in 300 partite), accanto a Gilardino, Del Piero e Signori nella top ten. Il poker di Firenze, conquistato non solo con la qualità ma anche con tanta forza d’animo e qualche colpo di fortuna, certifica pure che la squadra è totalmente concentrata sul campionato, tanta è la differenza di rendimento tra la serie A e l’Europa League. Sarri l’ha ricostruita in estate, l’ha addestrata con molta pazienza e l’ha finalmente resa una sua creatura, che va considerata ancora un cantiere aperto. L’impressione è che ci siano ancora ampi margini di miglioramento quando altri giovani come Cancellieri, Casale e Marcos Antonio (ieri alla prima da titolare) riusciranno a integrarsi e a capire che cosa pretende Mau all’interno di un collettivo dove si esaltano le qualità di Milinkovic (due assist a Firenze, quello per Ciro di tacco), al quale va dato atto di essere ripartito con lo stesso entusiasmo del primo anno. 

Sergej desiderava misurarsi in Champions, aveva un accordo con Lotito che nel caso dell’arrivo di una big sarebbe stato ceduto ma ancora una volta davanti alla bottega biancoceleste non si è presentato nessuno per prendere un giocatore che fa reparto da solo, oltre a una decina di gol a campionato. Nemmeno la Juve, che pure avrebbe bisogno di un fuoriclasse del genere e che di soldi ne ha spesi tanti e male: meglio per Sarri, che intorno alla vecchia guardia di Inzaghi ha ricostruito una squadra da favola, in grado di vincere 4-0 a Firenze nonostante i viola abbiano giocato in fase offensiva una delle migliori partite della stagione. 

Fiorentina-Lazio, le pagelle: Milinkovic è la luce

Non sarà stato contento il presidente Commisso di vedere un tracollo del genere, tanto meno Italiano che era partito fortissimo: i primi due errori di Jovic in area laziale sono stati decisivi (in negativo) per la Fiorentina, che al primo angolo degli avversari si è ritrovata sotto (Vecino), costretta a risalire la corrente. E alla seconda azione della Lazio, ha subìto anche il raddoppio (Zaccagni). Eppure il gioco avvolgente dei padroni di casa stava mettendo in difficoltà Sarri soprattutto nella fase difensiva, resa più fragile dalla leggerezza di Marcos Antonio, richiamato per l’assenza improvvisa di Cataldi. I viola avrebbero potuto riaprire la sfida in avvio di ripresa, a causa dell’unica incertezza di Provedel, ma a porta vuota per tre volte gli attaccanti di Italiano non sono riusciti a segnare, proprio come Nico Gonzalez sul 3-0 per la Lazio. L’occasione era facile, ma forse i fischi dei tifosi avevano definitivamente scosso la Fiorentina, che ora si trova con 9 punti in una posizione molto delicata della classifica con un calendario non proprio favorevole. Gli errori di Jovic in area sono troppo gravi e 7 gol complessivi sono troppo pochi per essere competitivi: meglio suonare l’allarme prima che sia troppo tardi. 
Anche il salto di qualità della Lazio e di Sarri è reso evidente dai numeri, impressionanti rispetto a un anno fa: oggi Mau ha la difesa più forte del campionato, soltanto 5 gol subiti come l’Atalanta, e un attacco che ha realizzato soltanto un gol in meno del Napoli (21 contro 22) nonostante l’assenza di un vice Immobile. Se consideriamo che la stagione scorsa i biancocelesti avevano incassato 58 gol si capisce quanto il tecnico abbia inciso sul cambiamento del reparto arretrato, non tanto negli interpreti (solo Romagnoli al posto di Acerbi) quanto nell’organizzazione. Se dietro reggeranno, Luis Alberto, Milinkovic e Immobile potranno divertirsi senza porsi alcun limite. 


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