Il Napoli di Spalletti fa il vuoto

La battuta d'arresto di ieri non cambia il giudizio sulla Lazio di Sarri e il Milan di Pioli. E alle porte della Champions c’è la Roma, che oggi può superare i biancocelesti
Il Napoli di Spalletti fa il vuoto© FOTO MOSCA
Ivan Zazzaroni
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Di questi tempi la fuga è l’unico modo per continuare a sognare. Luciano Spalletti ci riporta a Jim Morrison nel campionato più sovversivo degli ultimi anni. Un torneo di valori nuovi (e nuove bellezze), fatalmente destabilizzanti: Napoli, Atalanta, Milan e Lazio recita la classifica, in attesa della Roma. Il tratto comune è la contestazione estiva. Pochi mesi fa Napoli, Atalanta , Lazio e in parte anche il Milan occupavano le prime quattro posizioni nella graduatoria dell’insoddisfazione popolare: le rispettive tifoserie non avevano gradito (eufemismo) gli esiti del mercato. Nel caso del Napoli, soprattutto il lato cessioni: De Laurentiis veniva preso di mira con striscioni di protesta, Spalletti si vedeva costretto a chiedere di far tacere un soggetto che in ritiro, durante una serata di presentazione della squadra, stava inveendo contro la società: il tipo in questione considerava, come tanti, “sanguinosi” gli addii di Insigne, Mertens e Koulibaly, ai quali avrebbe fatto seguito quello di Fabiàn.

Delusi, e non poco, erano anche i laziali che avevano visto arrivare i  soliti rinforzi” dal Verona di Setti (Casale e Cancellieri), il brevilineo Marcos Antonio, la scommessa Gila, il desaparecido Vecino e si erano ritrovati senza un difensore centrale in più (Romagnoli aveva preso il posto di Acerbi), né un esterno sinistro di ruolo e neppure una valida alternativa a Immobile. A Bergamo aveva fatto e detto di tutto Gasperini, condannato a una sorta di rifondazione non solo anagrafica che - a suo dire - non avrebbe consentito all’Atalanta di lottare di nuovo per le prime posizioni. Insoddisfatti, ma un filo più ottimisti, i milanisti campioni d’Italia ai quali avevano peraltro sottratto gli obiettivi Renato Sanches, Asensio, Tanganga e soprattutto Botman. Tra i sostenitori più felici figuravano juventini e fiorentini, e ho detto tanto.

Sono bastate dodici partite di campionato e, in chiave napoletana, cinque trionfi in Champions, per trasformare l’aperto dissenso nel più ampio consenso, la protesta in entusiasmo, la delusione in sogno, le pance vuote in stadi pieni (emozionanti l’esaurito del Maradona per la gara col Sassuolo, con il pubblico adorante, e i 40mila dell’Olimpico per Lazio-Salernitana). Talvolta il calcio è il trionfo dell’improbabile e il miracolo dell’imprevisto ed ecco che Napoli, Atalanta, Milan e Lazio sono le prime quattro. Il Napoli è davanti e esprime un gioco di straordinaria qualità e efficacia, non a caso Jurgen Klopp lo considera il migliore del momento. Il mercato sviluppato da Giuntoli e il team Micheli ha prodotto Kvara, la stella del campionato; Kim che ha fatto dimenticare Koulibaly; Raspadori e Simeone che segnano anche col pensiero. Fondamentali il lavoro di Spalletti e il contributo tattico di Lobotka, per rendimento uno dei più forti mediani d’Europa. Nel vaso delle diffidenze di critici e tifosi si trovano in abbondanza sciocchezze del tipo “tanto prima o poi Spalletti si incarta nel suo carattere”, “vedrai che Aurelio farà il possibile per non pagare i premi scudetto” e “nella seconda parte del campionato il Napoli si perde sempre”.

Lazio e Atalanta, attraverso percorsi quasi opposti, recitano da protagonisti: la sconfitta con la Salernitana (eccellente sul mercato) non cambia il giudizio sulle prestazioni della squadra di Sarri che domenica affronterà la Roma senza Immobile, né Milinkovic (assurdo il giallo che ha trasformato la diffida in squalifica: ricorda quello a Pellegrini l’anno scorso, sempre prima del derby) . In agosto l’unico convinto che il gruppo di Sarri potesse recitare un ruolo di primo piano in campionato era Igli Tare, il responsabile tecnico. Il Milan di Pioli sembra sempre offrire possibilità virtualmente (e ingannevolmente) infinite: ieri a Torino ha dato il peggio di sé. Alle porte della zona Champions c’è la Roma che con un successo a Verona sorpasserebbe proprio la Lazio: un mercato di opportunità, quello dei giallorossi (Dybala, Wijnaldum, Belotti), che ha risolto solo parzialmente i problemi evidenziati da Mou, forse il meno soddisfatto della compagnia.


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