Lo stop del Mondiale, che ha fermato l'inarrestabile Napoli, deve essere stato per De Laurentiis come un tappo alle emozioni. E così, alla prima occasione utile, il patron azzurro ha liberato l'adrenalina regalando riflessioni, frecciatine ma anche delle vere e proprie cannonate. Dopo aver parlato anche un poco della sua creatura («Lo scudetto? Ora lasciamoli tranquilli in Turchia, poi vediamo...»), AdL si è seduto in prima fila, al Salone d'Onore del Coni, per assistere alla presentazione del codice di giustizia sportiva Figc. Lo spettacolo, però, era già andato in scena. «Il governo è sempre stato assente, benché il nostro gettito fiscale sia importantissimo - le sue parole sul tema delle tasse sospese del 2022, che il calcio potrebbe veder rateizzare in ulteriori 60 mensilità - Una volta c’erano gli schiavi, voi credete che gli schiavi siano finiti? Molta gente soffre e il calcio è la panacea dei mali, solo che fanno finta di non accorgersene». «Lo Stato non è stupido - ha proseguito - però finge di ignorare l'importanza del calcio perché altrimenti dovrebbe fare in modo che le leggi sulla sua modernizzazione si realizzassero in cinque minuti».
Contro Casini
Aurelio si è preso la copertina, da navigato uomo di cinema. Mentre Lorenzo Casini, numero uno della Lega Serie A, raccontava ai cronisti che i club «vogliono pagare le tasse ma in modo ragionevole e rateizzato», il numero uno del Napoli ha interrotto l'intervista esclamando: «Non gli date retta, Casini è schiavo di Lotito!». Dai toni è sembrata tutt'altro che una battuta, anche se pronunciata con un sorrisetto sulle labbra. In quel momento Casini avrebbe voluto forse scomparire. Oltre a essere presidente della Lazio e consigliere per la Lega in Figc, Lotito è anche il senatore che ha portato avanti i due emendamenti pro-calcio (quello sulla rateizzazione e l'altro sui diritti tv). Infine l'ultima staffilata di De Laurentiis, rivolta probabilmente al presidente federale Gravina: «Non si può andare avanti con questa tipologia di campionati, ma non si vuole fare la rivoluzione copernicana perché poi bisogna essere rieletti...».