Stadi pieni in Serie A: tutti i dati del nuovo boom di spettatori

Tre giornate sempre oltre quota 300 mila: è una media da anni Ottanta. E con Juve-Lazio e Inter-Milan i numeri cresceranno
Giorgio Marota
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Sarà che i pienoni delle milanesi a San Siro ormai non fanno più notizia, come i sold out della Roma con Mourinho nell’Olimpico giallorosso o come i 40 mila fedelissimi di Lazio e Napoli, zoccolo duro per i ragazzi di Sarri e per i campioni d’Italia di Garcia. Sarà che il gioco di Italiano diverte e coinvolge Firenze come mai prima d’ora, che Bologna non scende mai sotto quota 25 mila e che il Grifone coi suoi 28 mila abbonati ha stracciato ogni suo record storico per il ritorno nel massimo campionato. O sarà forse merito del Lecce, che lassù fa un certo effetto riscattando finalmente il Sud e la sua straordinaria passione per il calcio? Sarà la somma di tutto questo a fare un preziosissimo totale, o forse sarà l’astinenza estiva da pallone che - mai come quest’anno - s’è fatta sentire sotto l’ombrellone, ma il risultato di queste prime tre giornate di campionato è da record: 929.559 persone si sono accomodate sui seggiolini degli stadi di Serie A, colorando con entusiasmo spalti che negli ultimi vent’anni eravamo abituati a vedere mezzi vuoti . Consideravamo tutto questo come fisiologico e figlio dei tempi televisivi che corrono. Come spieghiamo nel servizio de l la pagina a fianco, invece, si sta verificando il processo inverso (se la tendenza diventerà statistica lo capiremo probabilmente al giro di boa), cioè un lento ma progressivo ritorno al rito laico dello stadio, al riunirsi dal vivo nel segno di una fede pagana che accomuna le generazioni e unisce senza distinzioni sociali e culturali.

Obiettivo un milione di presenze

Nelle prime 30 partite giocate fin qui, siamo arrivati a quasi 930 mila tifosi in presenza. Ed è scontato dire che l’obiettivo “un milione” verrà spazzato via con i 75 mila del derby Inter-Milan di sabato 16 settembre (ore 18), dopo che il pienone dello Stadium per Juve-Lazio (stesso giorno, ore 15) avrà avvicinato la soglia rendendola raggiungibile anche contando solo i seggiolini del terzo anello di San Siro. Numeri del genere non si registravano nel nostro calcio malconcio, lo stesso che fa una fatica bestiale a vendere i propri diritti tv, dai primi anni 2000, cioè da quando le emittenti televisive hanno preso il sopravvendo cambiando le abitudini di consumo del prodotto. E allora, i numeri. Nelle prime tre giornate di Serie A del 2022-23 si presentarono ai tornelli 861.607 tifosi. Così suddivisi: 295.860 nel primo turno, 286.338 nel secondo e 279.409 nel terzo. Nei tre turni (19-21 agosto, 26-28 agosto e 1-3 settembre) della nuova stagione è stata sempre superata la soglia dei 300 mila. Nello specifico: 308.235 per la prima giornata, 307.361 per la seconda e 313.963 per la terza. E se il picco del weekend appena concluso può essere spiegato con la comparsa dei primi big match (Roma-Milan, Napoli-Lazio e Inter-Fiorentina), le cifre dei primi due turni vanno esaltate per quelle che sono, senza andare a ricercare la spiegazione nelle gare di cartello; poiché non ce n’erano, come da volontà di chi ha stilato il calendario per permettere degli avvii senza traumi - buone premesse rimaste su carta - alle otto/nove sorelle che dovrebbero guidare il campionato.

Stadi nuovi per raggiungere Premier e Bundesliga

I dati sono ben auguranti soprattutto perché la Serie A arrivava da una stagione, quella conclusa col trionfo del Napoli, da record sotto il profilo delle presenze negli impianti: il 2022-23 s’era chiuso con una media di 29.495 spettatori a partita, con percentuali di riempimento degli stadi (vecchi e fatiscenti nella maggior parte dei casi, è bene ricordarlo) dell’80%, cioè la migliore dal campionato 1999-2000 (30.025) in avanti. Considerando il milione di tifosi in appena tre giornate, questa annata calcistica ha il potenziale per stracciare ogni primato precedente attestandosi a una media spettatori di 30.985. Ce la farà? Dipenderà dai tifosi, ma anche dai club perché approfittare di questa passione con biglietti a un costo sempre più alto sarebbe delittuoso, oltre che deleterio. I 30-31 mila di media è la cifra che la Serie A raggiungeva senza particolari sforzi negli anni Ottanta e Novanta. Per arrivare a i numeri di Bundesliga (media spettatori 43 mila) e Premier (40 mila), invece, bisognerebbe passare da stadi nuovi e più confortevoli; i nostri hanno un’età media di 68 anni, quelli tedeschi e inglesi di 35 (e viene abbassata di anno in anno con il sorgere di nuove strutture anche nelle categorie inferiori). Chissà che i lavori di ammodernamento di diversi stadi previsti e promessi per gli Europei del 2032 in Italia, praticamente certi da quando il nostro Paese ha deciso di correre insieme alla Turchia che era l’unica competitor, non possano alimentare questa insaziabile voglia di calcio. Dal vivo.


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