Lazio-Fiorentina: Immobile e quel pallone color piombo

Leggi il commento aulla sfida dello stadio Olimpico, che si è chiusa con la vittoria dei biancocelesti
Lazio-Fiorentina: Immobile e quel pallone color piombo© Getty Images
Alberto Polverosi
4 min

Non era giallo quel pallone. Era color piombo e pesava come il piombo. Ci voleva solo lui, solo Ciro Immobile, perché tornasse un pallone da calcio, un pallone decisivo in una serata un po’ complicata per la Lazio. Non l’ultimo minuto, ma l’ultimo secondo del recupero. Non c’era un’alternativa: o segni e riprendi la scena o sbagli e il tuo mito si appanna, magari per sempre. Sarri lo aveva portato in panchina, una scelta tecnica, seppur dolorosa. Ci voleva quel rigore, ci voleva quel gol, Ciro non si è spaventato, anzi, non aspettava altro. La corsa pazza sotto la Nord può diventare il rilancio della sua stagione. Così la Lazio ha vinto una partita che non era stata all’altezza delle attese. Colpa del pregresso e dell’eccessivo reciproco rispetto se lo spettacolo si è a lungo impoverito. Per i protagonisti in campo immaginavamo una sfida diversa, con più qualità. Ma quanto è accaduto nel recente e recentissimo passato alle due squadre non poteva essere cancellato in un amen. La Lazio arrivava dalla batosta di Rotterdam, è vero che il campionato, come dice Sarri, è un’altra storia, ma la squadra no, la squadra (cambi a parte) è la stessa che contro il Feyenoord era stata ribaltata. Il pensiero di quella notte da incubo si è trasferito dall’Olanda a Roma. Quindi, attenzione a non sbagliare un movimento. Lo stesso va detto per la Fiorentina che in Coppa, giovedì scorso, si era sbarazzata senza problemi di una squadretta come il Cukaricki, ma una settimana fa era stata battuta nettamente in casa dall’Empoli. Insomma, scaricare quei cupi pensieri non è stato facile e sul campo si è visto. E che il gioco non sia piaciuto nemmeno agli allenatori è certificato dalle sostituzioni: i due interi reparti di centrocampo sono stati cambiati, fuori Arthur, Duncan e Bonaventura da una parte, fuori Rovella, Luis Alberto e Guendouzi dall’altra. E’ piuttosto insolito un ribaltamento del genere, ma Sarri e Italiano non avevano alternative. Restando ai cambi, quelli del tecnico laziale hanno portato al successo: cross di Pedro, colpo di testa di Vecino, rigore-gol di Immobile, tutti entrati nella ripresa. Non è un particolare da poco.

Un tempo per parte

Un po’ meglio la Fiorentina (gol annullato e palo di Beltran che ha convinto più di Nzola) nel primo tempo, più pungente la Lazio nel secondo, quando sulla scena è salito Terracciano, decisivo nelle due nitide occasioni capitate a Felipe Anderson e Luis Alberto, prima di cedere sul rigore di Immobile. Ma la brillantezza, l’armonia, la scioltezza nella manovra mai, né da una parte, né dall’altra. Non si sono accesi i giocatori più tecnici. Se il genio spagnolo spegne la lampada, tutto intorno si fa buio e ieri Luis Alberto non era nella sua serata migliore. Così è accaduto anche sull’altro versante con Nico Gonzalez che l’allenatore ha spostato a sinistra per consentire a Ikoné di giocare sul lato preferito. Mah. Gonzalez quando da destra taglia al centro per far schioccare il sinistro è un pericolo vero, da quella parte lo è di meno. Forse Italiano non voleva difendere sulla destra con due mancini (dietro c’era Parisi, il migliore dei viola), ma così ha perso incisività. La Lazio risale in classifica, sono tre vittorie di fila, con due scontri diretti, Atalanta e Fiorentina, che invece si ferma ancora. Aveva illuminato il Maradona col 3-1 sul Napoli, poi si è smarrita in casa con l’Empoli e ieri, all’Olimpico, non ha ritrovato il meglio di sé. Il modo in cui è arrivata questa sconfitta fa male, un tocco di braccio di Milenkovic all’ultimo istante su un colpo di testa innocuo di Vecino, un dettaglio, ma contano anche questi particolari. L’Atalanta l’ha scavalcata, il Napoli si è staccato, la Lazio e il Bologna si sono avvicinate, la zona-Champions si è allontanata. Domenica sera c’è la Juventus, il modo di riprendersi c’è. Ci sarebbe.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A, i migliori video