Così la Coppa d’Africa condiziona la Serie A: le squadre più penalizzate

Sono 17 i convocati dal nostro campionato per il torneo che si gioca in Costa D'Avorio: chi va in finale resta fuori 43 giorni
Giorgio Marota
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Lo chiamano “mal d’Africa” e per i calciatori è un sentimento talmente intimo e carnale che la coppa delle nazioni del continente in alcuni casi può valere più di un Mondiale. Per i club e per gli allenatori europei, invece, è un fastidioso malessere da digerire. Mettetevi ad esempio nei panni scomodi di Mazzarri, che dopo aver sfidato Atalanta, Real, Inter, Juve e Roma nelle prime otto gare della sua nuova avventura azzurra ora perde Anguissa e Osimhen, proprio nel momento in cui potrebbe accelerare. Se entrambi dovessero arrivare a giocarsi la finale di Coppa d’Africa dell’11 febbraio in un suggestivo Camerun-Nigeria - potrà accadere solo se entrambe non chiudessero in testa i gironi A e C - gli azzurri perderebbero il fosforo del centrocampo e l’esplosività dell’attacco per ben 43 giorni; cioè per 6 o 7 partite, a seconda di cosa accadrà a Riyad in Supercoppa.  

Coppa d’Africa, chi parte per il torneo   

Certe assenze, del resto, pesano più di altre. Pensate pure alla Salernitana, che perderà tre calciatori: anche qui, mediana svuotata di cuore e polmoni senza Coulibaly e attacco indebolito senza Dia e con meno rotazioni a causa della partenza di Cabral. Tre anche i leccesi d’Africa: Touba con l’Algeria, Rafia con la Tunisia e Banda con lo Zambia. L’Atalanta saluterà il solo Lookman (El Bilal Touré è ancora infortunato), ma non è cosa da poco: coi suoi 7 gol l’ex Leicester si è caricato sulla spalle l’attacco di Gasperini e da qui ai prossimi giorni farà le fortune di Osi e Chukwueze (Milan), ma anche di Simon, Boniface e Iheanacho in una Nigeria a trazione offensiva. Per molti è la favorita. Il Paese più popoloso d’Africa è anche quello che porterà via al nostro campionato il numero maggiore di atleti, tre insieme all’Algeria del romanista Aouar, del milanista Bennacer e, appunto, di Touba. Cercano uno storico bis i senegalesi che hanno trionfato nel 2021 in finale contro l’Egitto sette volte campione, trascinato ancora una volta da Salah. Un anno fa il Marocco ha stupito il mondo raggiungendo la semifinale della rassegna iridata: inevitabile considerare tra le pretendenti al titolo una nazionale forte che ha lasciato a casa gli “italiani” Masina, Maleh, Cheddira e Harroui e che avrà un solo rappresentante della Serie A, il bolognese El Azzouzi. Tra le nobili decadute in cerca di riscatto ci sono l’Algeria e la Costa d’Avorio che gioca in casa con N’Dicka (Roma) e Kouame (Fiorentina), l’unico viola a fare le valigie dopo il “no” di Nzola alla federazione angolana che in Italia ha pescato Luvumbo, una delle frecce nell’arco della salvezza che Ranieri sta tentando di costruire. Si parte sabato 13 gennaio con Costa d’Avorio-Guinea Bissau, il giorno dopo l’avvio della Coppa d’Asia con Qatar-Libano, torneo nel quale mancherà il laziale Kamada (Giappone) e rischia di non esserci nemmeno il romanista Azmoun (Iran). Solamente Shomurodov del Cagliari è certo del posto: per l’Uzbekistan è un monumento nazionale. 


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