No, non era convinto neanche lui, chi lo conosce l’ha percepito dal body language subito dopo il fischio all’ex Wanda Metropolitano. Non deciso, sul punto, ad allontanare tutti i questuanti. Ma tentennante, nervoso, mai fermo, in attesa di chissà che cosa. Ancora, nessuno ha capito subito cosa avesse fischiato, o meglio, continuava a indicare il braccio destro, ma l’unico tocco del pallone era stato con l’avambraccio di Benjamin Andre del Lilla. Per questo Simeone, in panchina, continuava ad agitarsi, a dire di no, trovando anche un giallo. «Un errore brutale, non c’è stato alcun tocco di mano, non c’era una spinta, cosa ha fischiato? Spero che qualcuno della Uefa lo scopra e mi spieghi perché l’arbitro aveva ragione» ha detto il tecnico dell’Atletico, che ieri ha presentato reclamo alla Uefa contro la svista clamorosa del nostro fischietto. In campo nessuno si capacitava come potesse essere arrivato questo penalty, Rodrigo De Paul - forte dei trascorsi all’Udinese - ha provato a superare il problema parlando italiano, pensando di non aver capito. Il giorno dopo, fra difese d’ufficio in arrivo da Nyon e dagli amici degli amici, è venuto fuori che il rigore è stato assegnato per un contatto (già la definizione è esagerata rispetto a quanto accaduto in campo) fra il piede sinistro di Koke e il destro di Andre. Mistificazione della realtà (e non fidatevi dei fermo-immagini, chi ha arbitrato vi insegnerà che è il peggior modo di dimostrare la verità). La realtà è che non c’era alcun calcio di rigore e le colpe, in egual misura, vanno anche al VAR, Pairetto, incapace di richiamare il collega al monitor per fargli vedere o che non c’era stato alcun tocco di mano o che lo sfioramento fra i due piedi non poteva causare quel fallo, tanto più che Andre era già in caduta.
La polemica post Champions League
Guida nella bufera in Spagna (e non solo). I dirigenti dell’Atletico sono furibondi: «Il rigore è stato inventato», non c’è bisogno di aggiungere altro. L’arbitro che ha raccolto in Italia l’eredità di Orsato ha commesso un grave errore, non sanato dal VAR. Soprattutto, ha disatteso tutte le indicazioni che Rosetti (e a cascata anche le federazioni che fanno parte della Uefa) sta cercando di impartire agli arbitri europei. Nella kermesse di Germania, nei breefing che aveva fatto (anche con i media), aveva sempre ripetuto che «i rigori sono una cosa seria, vanno dati quando c’è un fallo al 100%». Quello di ieri è uno scherzo, allora: a confronto quello su Baldanzi non dato in Monza-Roma diventa da arresto immediato in campo, tanto per riferirci alle cose di casa nostra. Perché qui, a casa nostra, potrebbero arrivare ulteriori problemi. Il rigore dato con troppa superficialità e il mancato intervento del VAR (a nostro avviso più grave, davanti al monitor si ha sempre tutto chiaro, vero Pairetto?) possono creare problemi anche a Rocchi, che aveva designato Guida per il big match di domenica pomeriggio Inter-Juve. Una partita di solito sempre complicata da arbitrare, il direttore di gara di Torre Annunziata ci arriva con il peso delle polemiche spagnole, non il massimo.
A Guida il big match
Pensate cosa succederebbe se Guida dovesse commettere un nuovo errore? In una partita così, “segnata” sempre da episodi, da Ronaldo-Iuliano a Pjanic-Raphina, che ha portato Orsato a non dirigere per parecchio tempo l’Inter (dal 2018 al 2021). Certo, bisognerebbe spiegare che la designazione, Rocchi, l’ha fatta prima della sfida fra Atletico e Lilla (sono uscite a mezzogiorno di mercoledì), ma succedesse qualcosa a San Siro, a chi importerebbe? Di sicuro non è il modo migliore per presentarsi ad un match del genere. Per evitare non tanto l’errore, ma tutto quello che sta arrivando in queste ore in termini di polemiche, bastava ammetterlo. Prima di tutto in campo, poi al VAR...