Thiago Motta a Napoli, 10 mesi fa il colpo che lanciò lo Spezia

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Xavier Jacobelli
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C'è sempre Napoli nel suo destino. Nel Bologna come nello Spezia che, dieci mesi fa, era il 21 dicembre, vinse clamorosamente al Maradona senza fare un tiro in porta, ma grazie allo sfortunato autogol di Juan Jesus. Fu la terza, consecutiva sconfitta interna dei partenopei; fu la difesa vittoriosa della panchina del quarantenne signore italobrasiliano, sino a quel momento sistematicamente sul punto di essere esonerato, però blindato dalla clausola anti-esonero che gli avrebbe fruttato molto denaro se fosse stato licenziato prima della conclusione del girone d’andata. Il calcio, però, sa rendere giustizia a chi se la merita: alla fine del campionato, Thiago conquistò la seconda, storica salvezza consecutiva degli Aquilotti, bissando la prima, firmata da Italiano e togliendosi pure lo sfizio di andare a vincere anche in casa del Milan: Gyasi gelò al minuto 96 i futuri campioni d’Italia (Milan-Spezia 1-2), dopo che Serra commise il marchiano errore di annullare il gol di Messias, non avendo concesso ai rossoneri il vantaggio per il fallo subito da Rebic.

Napoli-Spezia si giocò alla sesta giornata, Napoli-Bologna cade alla decima: questo Napoli è tutta un’altra cosa, oggi schiacciasassi in Italia e in Europa, (9 vittorie consecutive, 14 gol segnati nelle ultime tre partite, 14 giocatori mandati a rete dal calcio spettacolo di Spalletti), dieci mesi fa afflitto dalla sindrome casalinga. Questo Bologna, invece, naviga in cattive acque come quello Spezia che era diciassettesimo e diciassettesimi oggi sono i rossoblù, presi in carico da Motta il 13 settembre scorso dopo l’infelice e imperdonabile scelta by Saputo di esonerare Mihajlovic, checché ne dica Saputo. Il primo bilancio felsineo di Thiago è questo: un punto in tre partite, i fischi dei tifosi per il pareggio con la Samp e, soprattutto, per avere sostituito Arnautovic (capocannoniere con Immobile: 6 gol in 9 giornate), con Zirkzee; un patron che a mezzo stampa gli dice la fiducia in te è totale, ma l’allenatore sa quanto la fortuna di un allenatore dipenda dai suoi risultati. L’ha imparato allo Spezia, lo sta sperimentando alla guida di un Bologna reso piccolo piccolo dalla falsa partenza: 7 punti in 9 giornate, 5 gare già giocate in casa, soltanto 2 lunghezze in più rispetto alla zona retrocessione, secondo peggior attacco del campionato con Lecce e Verona, soltanto 8 gol all’attivo, 6 dei quali realizzati da Arnautovic che questa settimana non si è allenato per il mal di schiena.

Dopo il Napoli, i rossoblù sono attesi dalla Coppa Italia con il Cagliari; a seguire gli scontri diretti con il Lecce e il Monza; quindi il tris finale Torino, Inter e Sassuolo prima dello stop imposto dal mondiale. La strada della salvezza è lastricata di buone intenzioni e di ardui ostacoli. Saputo punta a un Bologna europeo e dice che non se ne andrà sino a quando non avrà raggiunto l’obiettivo. Sognare non costa nulla, ma attenti al TurboNapoli: in Italia e in Europa è davanti a tutti e non stacca il piede dall’acceleratore. A chi gli ha ricordato il colpo dello Spezia, Thiago ha replicato: il passato è passato, non mi interessa. L’ossequio è alla massima buddista: non indugiare sul passato, non sognare il futuro, concentra la mente sul presente. Se poi, in gennaio, alla buon’ora Saputo gli prenderà i rinforzi che sono indispensabili, tanto meglio. Anche se gennaio è lontano. Troppo lontano.


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