Bologna, svolta Zirkzee: bello e micidiale© LAPRESSE

Bologna, svolta Zirkzee: bello e micidiale

L’elegante regista offensivo è diventato un centravanti spietato. Merito anche della fiducia e dei consigli di Motta
Claudio Beneforti
5 min

Domanda: che il secondo spartiacque del suo percorso condito prima di ombre e poi di luci abbaglianti a Bologna, dopo che il primo è stato figlio dell’addio di Marko Arnautovic, sia arrivato nel giorno di Inter-Bologna, quando Thiago Motta decise di far calciare il rigore a Riccardo Orsolini e non a Joshua Zirkzee, come avrebbe dovuto essere? Di sicuro il talentino olandese ci rimase male, come rivelato alla fine della partita dallo stesso Thiago Motta, che raccontò di avergli parlato e soprattutto spiegato negli spogliatoi il motivo di quella sua scelta. Se è così probabilmente non lo sapremo mai, fatto sta che proprio da allora Zirkzee è entrato in un nuovo ordine di idee, e cioè che confezionare una giocata che sembra un ricamo e finisce per rubare l’occhio, lavorare con la squadra e anche per la squadra è piacevole e dà molta soddisfazione, ma al tempo stesso per svoltare, per fare il definitivo salto di qualità è fondamentale (anche) fare gol. E soprattutto non conta come farli, ma farli, anche perché quello brutto vale quanto quello bello. Ricordiamo che Zirkzee è arrivato a quota 7 in campionato.

Zirkzee alla Pippo Inzaghi

Certo, anche domenica passata a Salerno eccome se Zirkzee ha fatto vedere quelle che sono le sue infinite potenzialità tecniche e quello che è il suo grande talento, ma dentro una partita giocata come al solito da 9,5 o da 10 (intendendo da regista di attacco che si abbassa per legare i reparti) l’olandese ha costruito due gol da attaccante da area di rigore. Da 9, insomma. Il primo mettendo in rete un pallone respinto da Costil su conclusione di Posch e il secondo approfittando di un passaggio (sbagliato) all’indietro di Lovato. Sì, davanti a Inzaghi che in queste giocate è stato un fenomeno Zirkzee ha trovato lo spazio e il modo per imitare Pippogol, finendo per stupire quelli che non si sarebbero mai aspettati da lui questo tipo di realizzazioni. Credendo che potesse farli solo belli, ecco la verità. No, non stiamo parlando di Thiago Motta, che su questo giovane attaccante del 2001 sta lavorando da mesi e mesi, convinto com’era che sarebbe stata solo una questione di tempo. Perché Zirkzee è nato per dipingere calcio, è vero, ma è anche vero che con i mezzi che ha può fare tutto, bastava solo che lo capisse e soprattutto che lo volesse.

Zirkzee, gli applausi di Serena

. E su questi concetti ieri ha battuto anche Aldo Serena, che si era fatto un’idea sul suo conto ma che da qualche settimana l’ha rivisitata, per il bendiddio che Zirkzee sta garantendo al Bologna. «Lo ammetto, quanto talento avesse addosso potevi accorgertene solo a guardarlo, ma mi sembrava che gli mancasse la fame, il desiderio, l’aggressività e il fuoco che porta un attaccante a fare gol. Lo vedevi che amava il bel gioco, che quasi si compiaceva del gesto tecnico che faceva, ma nel calcio ciò non può bastare se vuoi fare tanta strada. Non so fino a che punto sia giusto parlare di crocevia, tuttavia a volte ci sono momenti che da una parte ti fanno soffrire ma da un’altra ti fanno crescere. Probabilmente anche Zirkzee li ha vissuti. Sì, ho visto i due gol che ha segnato a Salerno e sono due gol da attaccante vero,che sa stare in area di rigore, che aspetta l’errore del difensore per castigarlo. Mancava questo a Zirkzee, è come se avesse aperto un’altra porta lungo il suo cammino. Se ha capito che fare gol è importante per un attaccante come far segnare un compagno o come fare una bella giocata, credetemi, ha dato una svolta al suo presente. Anche perché le grandi squadre l’attaccante bello lo guardano, lo riguardano ma alla fine non lo prendono. Di contro se è bello e fa anche gol diventa immediamente il loro primo obiettivo».


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