Thiago Motta resta? Il Bologna ci crede: è fondamentale per il progetto

Sale l’affetto per l’allenatore, mentre in città esplode la passione per la straordinaria stagione dei rossoblù. E allora tutti i sogni sono possibili
Claudio Beneforti
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L'impresa dell’Olimpico contro la Lazio, quarta vittoria di fila per il Bologna. Il quarto posto a pari merito con l’Atalanta che ha una partita in meno, ma che a oggi regalerebbe ugualmente la Champions League. Joey Saputo (con il figlio Luca) che alla fine della partita prima entra in campo per abbracciare Thiago Motta, Zirkzee e chiunque incroci lungo il suo percorso di gioia e poi con la squadra corre sotto lo spicchio della curva dove ci sono mille tifosi rossoblù in festa. Che per la prima volta hanno confezionato anche cori nei confronti di Thiago (è stata lanciata una petizione che ha raggiunto 400 firme su Change.org per farlo restare in rossoblù). E una volta che il Bologna è rientrato a Bologna, altri 500 tifosi hanno raggiunto Casteldebole per cantare di nuovo il loro amore per questo Bologna delle Meraviglie e per invitare Thiago a portarli in Europa. Bologna sta vivendo come in una favola, ma attenzione, è una favola vera, che ha un anno e mezzo di grande lavoro alle spalle, e allora nessuno chieda di non essere svegliato, primo perché (appunto) non è un sogno, secondo perché il Bologna di oggi non è così in alto in classifica per caso. Dimenticavamo, c’è anche un terzo perché a dire la verità: il Bologna è con l’Inter la squadra più squadra in tutte e due le fasi del gioco e che gioca meglio anche al calcio.

Bologna, le scelte di Thiago Motta

Saputo, che è tutto un altro presidente rispetto al passato da un anno e mezzo a questa parte, più presente, più felice, più tutto, e Bologna eccome se glielo sta riconoscendo, Fenucci, Sartori, Di Vaio, Thiago Motta e il suo gruppo di lavoro, la squadra che aveva dentro di sé potenzialità importanti e che Thiago ha saputo assemblare da quel grande allenatore che è, facendo crescere e migliorare tutti i suoi calciatori. Anche «Stranino» Thiago, come lo ha definito affettuosamente il presidente, ma estremamente bravo sul piano tattico, sul piano psicologico e anche su quello della gestione, avendo portato nello spogliatoio il concetto della meritocrazia. Nel senso che gioca chi merita di più, chi si allena meglio nel corso della settimana. E quando tutti meritano di giocare, allenandosi tutti meravigliosamente bene come accade quasi sempre? A quel punto Thiago deve fare per forza delle scelte, che sono figlie sia di come gioca l’avversario che della strategia da portare avanti. E pazienza se sta fuori Orsolini, se stanno fuori Lucumi e Saelemaekers, e se nelle ultime due partite è partito dalla panchina anche quel gioiello che è Calafiori, ma così è il Mondo Bologna di Thiago, l’importante è che siano sempre tutti per uno e uno per tutti. E il Bologna lo è.

Thiago Motta, il Bologna ci crede

Inutile nascondere come possa esserci il rischio che Thiago Motta lasci Bologna alla fine di questo campionato, ma credeteci, il Bologna non si è arreso a questa idea e non si arrenderà almeno fino a quando eventualmente Thiago lo informerà che è intenzionato andarsene, anzi, il governo rossoblù continua a confidare nella sua permanenza, nonostante che piaccia a tante squadre importanti sia italiane che estere. L’abbraccio di fine partita tra Saputo e Thiago è un elemento pieno di significati, come altrettanto piene di significati sono le due conversazioni quasi confidenziali che presidente e allenatore hanno avuto a Casteldebole nei giorni passati. Perché allora Thiago non firma? Perché vuole guardarsi attorno e perché ora come ora vuole pensare soprattutto al presente. Sabato sera i suoi agenti Dario e Alessandro Canovi (volato il giorno dopo a Barcellona dove vive la sua famiglia) si sono presentati nell’albergo del ritiro del Bologna a Roma per salutarlo. Un abbraccio, uno scambio di parole rigorosamente in piedi, poi l’arrivederci. Tutti i pensieri di Thiago erano rivolti già alla Lazio e i Canovi che sanno bene come è fatto, hanno preferito andarsene.


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