Bologna, io mi fido di Sartori

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Bologna, io mi fido di Sartori© LAPRESSE
Italo Cucci
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Le cose del Bologna le leggo e le ascolto dovunque. Ma per capire bene l’aria che tira ho bisogno di un tassista. Bolognese, naturalmente. Come a Roma, dove il dibattito su ruote era perfetto (non vi dico quando beccavo il famigerato driver degli Irriducibili laziali). Non era forse Montanelli quello che raccomandava, una volta arrivati a New York, di parlare coi tassisti e poi faceva il pezzo per il Corsera? Purtroppo, quando toccò a me, i tassinari della Mela erano vietnamiti, afghani, congolesi, nigeriani. O ispanici incazzosi. Eccolo, allora, il tassista bolognese. L’ho incontrato l’altro giorno. Comincia lui, assertivo. Non come quelli delle altre città che chiedono subito un parere al cosiddetto esperto (moi). «Per me vendono tutti». Non fa neanche il nome del Bologna. E io: - Penso proprio di sì. So che gli è venuto un colpo, ma tiene botta: «Tanto qui i bei tempi non torneranno. Dopo che Gazzoni a s’è rvinè qui non caccia più un euro nessuno». - Mi spiego meglio: vendono tutti, o quasi, per far meglio ancora. Tenga presente che se arriviamo in zona Champions è come se avessimo vinto lo scudetto. E allora? Pensi al Napoli, e dico il Napoli perché mi piace. Ha vinto alla grande, si è tenuto Kvaratskhelia e Osimhen che se li vendevano dopo facevano gli arabi, e che cosa hanno ricavato? Una figura di tolla. Oh, son dietro a noi di nove punti.

Zirkzee, Sartori e dove andrà Thiago Motta

Non gli dispiace del tutto la spiega, si fa mite, chiede aiuto: «Lei ha già in mente chi prendiamo se diamo via Zirkzee?». Tenete presente che quando si dice Zirkzee vuol dire tutti quelli che i cluboni vogliono portarci via. E io: - Guardi, noi non abbiamo Giuntoli che al primo anno ha messo insieme una Juve da ridere per non piangere, noi abbiamo Sartori e Sartori è quello che ha portato Motta e tutti i campioncini che ci fanno divertire insieme all’Orso e lascerei fare a lui. Oh, è pur riuscito a far cacciare moneta a Saputo, no? Lasciamo che i problemi arrivino a lui. «Ha detto Motta, lei, e allora mi dica cosa succede, dove andrà…». E io: - Sa cosa le dico? Che Motta resta. L’Inter si tiene Inzaghi. Il Milan si tiene Pioli. La Juve si tiene Allegri. Giusto se lo chiamano in Spagna ci va, sennò nell’Italia minore non ce lo vedo, il ragazzo è uno che si tiene su molto, giusto? Scusa, non va neanche al Napoli, ha già detto no. Poi gliene dico un’altra: si tenga la sua panca bolognese, il ragazzo, perché è Bologna che fa crescere i fenomeni. Ne ho visti altri partire di qui che erano principi e poi hanno fatto pancarotta. Sì, ho detto pancarotta. «Siamo arrivati. Sedici euro…Carta? Ma lei lo conosce bene Sartori?». Ho pagato e me ne sono andato senza rispondere. No, Sartori non lo conosco. Ma prima Reja e poi Zazzaroni me ne han parlato bene. E di loro mi fido.


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