Il Viola Park diventa un caso, Abodi: "La burocrazia sia amica alla Fiorentina"

Il nuovo centro sportivo è ancora chiuso al pubblico. Il ministro per lo Sport: "Serve più collaborazione  per risolvere i problemi"
Giorgio Marota
7 min

Forse il paragone può aiutare a comprendere la portata dell’investimento: anziché comprare Bellingham o Harry Kane, pagati 100 milioni da Real Madrid e Bayern, la Fiorentina ha costruito un centro sportivo. Costato 20 milioni in più, tra l’altro. Una scelta da 120 milioni in controtendenza rispetto al calcio del “qui e ora” che va di moda ai giorni nostri e dello “spendi e spandi” senza programmazione. Qui invece è abbastanza chiara la visione di Commisso. Come dimostrano i numeri di un progetto con pochi eguali in Europa, al quale però manca l’agibilità per l’accesso del pubblico nonostante i lavori siano terminati da tempo: 26 ettari, 12 campi regolari, 2 stadi – uno da 3.000 e uno da 1.500 posti – più 12 padiglioni, 67 uffici, 400 parcheggi, 19 sale riunioni, 75 camere, ristoranti, bar, un centro medico e wellness con tanto di ambulatori, dentisti, podologi, parrucchieri e un’area benessere. Una cittadella dello sport non agibile per questioni burocratiche, che la Fiorentina considera banali intoppi tra l’altro già soddisfatti a luglio prima che la commissione di pubblico spettacolo del comune di Bagno a Ripoli, sede dell’impianto, ieri rilevasse altre mancanze nelle pratiche. Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato anche i tecnici viola, sarebbe emersa l’incompletezza di alcuni dati.   

Viola Park chiudo al pubblico della Fiorentina

Ricapitoliamo la vicenda. Su 7 progetti ne sono stati approvati 6, ma l’ultimo è quello più importante perché permetterebbe alla Fiorentina di aprire le porte di casa alla sua gente, anziché restare chiusa in una prigione dorata come ha fatto, ad esempio, durante il ritiro estivo. Non è solo una questione di biglietti da vendere per assistere a partitelle o eventi. Il centro sportivo attrarrebbe pubblico durante la settimana, permettendo a tifosi di ogni età di usufruire dei tanti servizi proposti. L’attesa è spasmodica. E così la strada SP34 via di Rosano che costeggia il Viola Park sta diventando pericolosa per la viabilità, in particolar modo quando giocano ragazzi e bambini: ai genitori non resta altro luogo che quello per sbirciare, e il sindaco Francesco Casini ha firmato un’ordinanza per ribadire il divieto di sosta e di fermata dei veicoli lungo la statale.   

Viola Park, parla il ministro Abodi

Il tema Viola Park è di prim’ordine a livello istituzionale. Secondo il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, «la Fiorentina ha un centro sportivo di eccellenza a livello internazionale - ci ha raccontato - ed è la testimonianza della capacità, della volontà e della determinazione del presidente Comisso a beneficio non solo del club, ma dell’intero sistema che ha bisogno di esempi positivi e virtuosi». «Ma l’importante investimento della società - ha proseguito il titolare del dicastero - deve essere accompagnato da un supporto delle istituzioni, almeno garantendo una burocrazia “amica”, che sappia operare naturalmente nel rispetto delle norme, ma seguendo un senso logico, con il necessario dialogo e l’indispensabile collaborazione che consenta di risolvere i problemi in un tempo ragionevole. Mi auguro che questo spirito trovi corrispondenza nei fatti, più di quanto sia emerso in questi mesi, per garantire una piena fruizione di tutte le infrastrutture dedicate anche ai settori giovanili e al calcio femminile». Il centro progettato dall’architetto Casamonti dello studio Archea doveva aprire i battenti a fine dicembre. Sono passati quasi 9 mesi da allora, e ogni giorno che passa la società perde soldi; insieme a lei ci rimettono le ditte che hanno preso l’appalto per rifornire il centro sportivo di cibo e bevande, oltre che le tante persone che potrebbero lavorarci nel momento in cui entrerà effettivamente in funzione. La Fiorentina si è già trasferita qui in pianta stabile dal punto di vista sportivo (ci si allenano tutte le squadre) e amministrativo (ci sono gli uffici), ma l’intera area è aperta solo agli addetti ai lavori. E la Primavera, ad esempio, per l’esordio casalingo è dovuta emigrare a Sesto Fiorentino. Un danno d’immagine, oltre che uno spreco di risorse come i 100mila euro che il club pagherà al comune di Firenze fino al 31 ottobre per continuare a occupare il “Davide Astori” in attesa che il Viola Park sia utilizzabile in pieno. 

Fiorentina e Viola Park verso il via libera

Tornando alle questioni di Bagno a Ripoli, il club ha un rapporto costante con l’amministrazione locale, ma ritiene che lo scarico di responsabilità in atto da parte di tutte le istituzioni locali (inclusa la Regione) sia la causa dei tanti rallentamenti e delle sollecitazioni “a singhiozzo” degli ultimi mesi. Sotto le gradinate dello Stadio Fiesole, quello da 3mila posti, c’è ad esempio un ristorante con delle uscite dirette sul terreno di gioco. Una soluzione innovativa, spettacolare e parecchio d’impatto, come dimostra una delle foto in pagina, eppure considerata “pericolosa” da parte di chi ha chiesto che venissero installate delle protezioni sui vetri per evitare che fossero presi a calci da ipotetici tifosi ubriachi. Dal canto suo, la Fiorentina sostiene di aver passato gli ultimi tre mesi a soddisfare richieste per ritrovarsi ancora una volta al punto di partenza: nuove rilevazioni in termini di sicurezza e un “via libera” definitivo che tarda ad arrivare. La commissione si riunirà nuovamente il 14 settembre e soltanto dopo si terrà il sopralluogo che dovrebbe dare l’ok per l’inaugurazione. Il rilascio della sanatoria del Genio Civile potrebbe slittare ancora. «La Fiorentina ci ha consegnato le carte il 5 settembre. Stiamo analizzando tutta la documentazione con attenzione» aveva spiegato nei giorni scorsi Marco Prucher, l’architetto del Genio Civile che si occupa della pratica, mentre il sindaco di Bagno a Ripoli rivendica con orgoglio risultati da record nella costruzione della struttura (poco più di due anni e mezzo), ribadendo che per la fine del mese si arriverà comunque al taglio del nastro. Ma Commisso e il dg Barone vogliono risposte immediate e sono stanchi dei continui rinvii. I balletti istituzionali sono quanto di più distante possa esistere dalla cultura americana del fare. 


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