Fiorentina, la forza di vincere anche giocando male

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Fiorentina, la forza di vincere anche giocando male© Getty Images
Alberto Polverosi
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Se la Fiorentina è capace di vincere una partita come questa, può vincere tutto, ma proprio tutto. Se non la peggiore, è stata fra le peggiori partite dei due anni e mezzo di Italiano. Non ha funzionato niente e basta dire che il migliore in campo, il portiere Pietro Terracciano, è stato quello che ha commesso l’errore più clamoroso, il rigore regalato (e poi parato) dopo meno di un minuto. I sei cambi dopo Budapest non hanno prodotto energia, né tanto meno gioco. Il Verona ha dominato il primo tempo e se alla fine ha lasciato tutti i punti al Franchi deve preoccuparsi non poco, è impossibile perdere una partita così se non per gli errori, tanti davvero, in zona-gol mischiati alle prodezze del portiere avversario. Nella Fiorentina non ha funzionato la coppia d’attacco Beltran-Nzola, per la prima volta titolari insieme. Non ha funzionato la coppia di mediani formata da Mandragora e Maxime Lopez che la squadra non riconosce come primo riferimento: l’ex Sassuolo sembra ancora oggi un corpo estraneo e la differenza con Arthur, entrato nel secondo tempo, è sembrata fin troppo evidente.

Disastro Ikoné ma la Fiorentina è in corsa Champions

Ma soprattutto non hanno funzionato le ali. La partita di Ikoné è stata un inno all’errore, all’involuzione, al non gioco, simile a quella di Budapest. Sono due anni che il francese è a Firenze e si ricordano sì e no 3-4 partite in cui ha mostrato qualcosa di interessante, ma evidentemente Italiano vede in quel giocatore qualcosa che sfugge a tutti. Quasi lo stesso discorso si potrebbe fare per Sottil e poi per Kouame che ha preso il suo posto nel secondo tempo. Senza Gonzalez e Bonaventura, e senza Arthur per i primi 45', la Fiorentina non è la stessa squadra. Perde forza, convinzione, tecnica e soprattutto gol. Per tutte queste ragioni i tre punti di ieri sono d’oro. Consentono ai viola di agganciare il Napoli, scavalcare la Roma e restare in piena corsa per la Champions League. Se Italiano fosse Allegri, o Mourinho, fosse devoto al risultato più che al gioco dovremmo fargli i complimenti. E comunque gli vanno fatti lo stesso perché nonostante queste difficoltà, nonostante la carenza di giocatori di sicura qualità (i due mesi senza Gonzalez saranno un bel problema) la Fiorentina sta proseguendo un cammino straordinario. Ora vince anche quando gioca male, o meglio, quando quasi non gioca. Chi storce il naso (noi fra questi), se ne farà una ragione. Un po’ di tempo fa una partita come questa la Fiorentina non l’avrebbe mai vinta.


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