Non ce l’ha fatta nemmeno uno combattivo, tenace, risoluto, determinato come pochi altri nel raggiungere gli obiettivi. Non ce l’ha fatta Joe Barone a difendere la propria vita dall’attacco sferrato dalla parte crudele della vita stessa, quella che all’improvviso si rivolta contro per mettere di fronte all’appuntamento col destino. E ciò che si temeva dal pomeriggio di domenica, ieri purtroppo è diventata realtà cruda e lancinante: il direttore generale della Fiorentina è scomparso all’età di 57 anni. Oggi ne avrebbe compiuti 58.
Joe Barone, il senso di appartenenza
A darne notizia è stato il club viola con un messaggio commovente, straziante ma anche dolce, rivolto con infinito affetto intanto all’uomo Giuseppe (il nome di battesimo), poi all’amico Joe e infine al dirigente Barone, che in cinque anni era diventato un muro portante della Fiorentina, con tutto il suo carico di personalità tracimante e trascinante, di passione verace e genuina, di carattere forte, a tratti spigoloso. Ma vero. L’appuntamento con il destino è stato in una stanza d’albergo a Cavenago di Brianza, drammaticamente lontano dalla moglie Camilla e dai quattro figli, ma lì dove c’era la Fiorentina, diventata per Joe Barone un’altra famiglia a cui dedicare tante idee, tanti sforzi, tante battaglie non sempre condivise, che però avevano il sapore dell'appartenenza.