Kean senza limiti: l'arma della Fiorentina per centrare i sogni

È a nove gol come Thuram, davanti ha soltanto Retegui.  Segna una volta ogni circa 110 minuti
Francesco Gensini

Si fa sul serio, torna Moise Kean. Realtà magari esagerata, sicuramente aumentata si direbbe se fosse una percezione ma non lo è: è invece la sostanza delle cose e il merito è tutto del centravanti viola che è il protagonista assoluto della squadra di Palladino e uno dei protagonisti di spicco del campionato, con i suoi 9 gol segnati come Thuram e secondo solo a Retegui, con i punti portati alla causa decidendo le partite “da solo”, con un ruolo ritrovato dopo anni più in scuro che in chiaroscuro e con esso la Nazionale azzurra. C’è l’Inter al Franchi: e ovviamente torna Kean dopo aver lasciato in Conference League il posto a Kouam. Che il suo l’ha fatto.

Il vero Kean

Ma domani il palcoscenico se lo riprende l'interprete e destinatario insieme dei sogni, il simbolo (uno dei) della Fiorentina che sta entusiasmando i propri tifosi e che se dovesse battere i nerazzurri di Simone Inzaghi conquisterebbe l’ottava vittoria di fila, si manterrebbe come minimo seconda in classifica e allora altro che sogni a Firenze e dintorni. Per riuscirci, oltre all’impianto di gioco collaudato e ben identificabile in un'identità ormai definita, la formazione viola ha soprattutto bisogno dell’attaccante vercellese, dell’idea che pallone a lui e tutto può succedere (in bene). Perché questo è stato da agosto a oggi, e diciamocelo: chi se l’aspettava Moise Kean a livelli verticistici? Forse nemmeno lui, interpretando un po’ presuntuosamente un pensiero altrui. Forse nemmeno chi prima di tutto andava alla ricerca della fiducia perduta per trasformarla in autostima, se non anch’essa perduta di sicuro messa a dura prova: quando ha capito che al Viola Park, nella Fiorentina, a Firenze, avrebbe ritrovato ciò che aveva smarrito e l’ha toccato con mano, la speranza si è trasformata presto in certezza. Ed è stato di nuovo il vero Kean.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Obiettivo dieci

Un gol dietro l’altro (uno al Monza e uno al Venezia, poi pausa ma con l’assist a Gudmundsson per il 2-1 al Milan, quindi doppietta alla Roma, uno al Torino, tre al Verona, uno al Como) per contare i nove gol attuali in campionato in dodici presenze e con 1.004 minuti si parla in pratica di uno ogni 111 minuti. Tutti in area, tutti facendo valere strapotere fisico e anticipo sul marcatore diretto, a cui vanno aggiunti i tre in tre partite di Conference League, e nemmeno l’ancor più irresistibile Retegui (in testa ai marcatori di Serie A con 12) ha fatto ombra alle prodezze dell’ex Juventus. Nove gol e il prossimo sarebbe, intanto, utile per arrivare per la seconda volta in doppia cifra nei cinque tornei più importanti dopo i 13 realizzati nel 2020-21 con il Paris Saint Germain in Ligue 1, poi 17 in totale comprendendo anche Champions League e Coppa nazionale nella prima e unica stagione francese, la migliore senza dubbio in carriera: finora. E quei 13 gol rappresentano il record personale, ovviamente già nel mirino del numero 20 viola, ricordando che a quei giorni gli ci sono volute 26 gare (media facile e di rilievo comunque) e che adesso siamo appena ad un terzo del percorso complessivo della Serie A: giusto per dire la portata delle imprese targate Moise Kean. La formula anti-Inter della Fiorentina di Palladino.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Si fa sul serio, torna Moise Kean. Realtà magari esagerata, sicuramente aumentata si direbbe se fosse una percezione ma non lo è: è invece la sostanza delle cose e il merito è tutto del centravanti viola che è il protagonista assoluto della squadra di Palladino e uno dei protagonisti di spicco del campionato, con i suoi 9 gol segnati come Thuram e secondo solo a Retegui, con i punti portati alla causa decidendo le partite “da solo”, con un ruolo ritrovato dopo anni più in scuro che in chiaroscuro e con esso la Nazionale azzurra. C’è l’Inter al Franchi: e ovviamente torna Kean dopo aver lasciato in Conference League il posto a Kouam. Che il suo l’ha fatto.

Il vero Kean

Ma domani il palcoscenico se lo riprende l'interprete e destinatario insieme dei sogni, il simbolo (uno dei) della Fiorentina che sta entusiasmando i propri tifosi e che se dovesse battere i nerazzurri di Simone Inzaghi conquisterebbe l’ottava vittoria di fila, si manterrebbe come minimo seconda in classifica e allora altro che sogni a Firenze e dintorni. Per riuscirci, oltre all’impianto di gioco collaudato e ben identificabile in un'identità ormai definita, la formazione viola ha soprattutto bisogno dell’attaccante vercellese, dell’idea che pallone a lui e tutto può succedere (in bene). Perché questo è stato da agosto a oggi, e diciamocelo: chi se l’aspettava Moise Kean a livelli verticistici? Forse nemmeno lui, interpretando un po’ presuntuosamente un pensiero altrui. Forse nemmeno chi prima di tutto andava alla ricerca della fiducia perduta per trasformarla in autostima, se non anch’essa perduta di sicuro messa a dura prova: quando ha capito che al Viola Park, nella Fiorentina, a Firenze, avrebbe ritrovato ciò che aveva smarrito e l’ha toccato con mano, la speranza si è trasformata presto in certezza. Ed è stato di nuovo il vero Kean.


© RIPRODUZIONE RISERVATA
1
Kean senza limiti: l'arma della Fiorentina per centrare i sogni
2
Obiettivo dieci