Fiorentina, Cataldi è ultimo dei capitani

La drammatica settimana della Viola ha imposto il ruolo di un nuovo vero leader. L'ex laziale è stato il primo a soccorrere Bove e ha guidato il gruppo nei momenti più difficili
Alessandro Di Nardo

È stato il volto dell'unità di spogliatoio mostrata dalla Fiorentina nell'ultima settimana. Il primo a soccorrere Edoardo Bove domenica scorsa, per poi fare la spola, Viola Park-Careggi, nelle ore successive. È stato poi il primo, anche davanti alle telecamere, a riportare in chiaro le volontà del compagno: è il momento di spegnere la luce sulla situazione dell'ex romanista, di lasciare il ragazzo alle cure dei medici, compattarsi e pensare al campo per continuare la rincorsa alle posizioni di vertice. In sette giorni Danilo Cataldi è stato tante cose: fratello maggiore per tanti compagni e ancor più leader di quanto già non fosse diventato nei primi mesi a Firenze.

Cataldi da leader

Capitano senza fascia, Cataldi si è preso le sue responsabilità nel post-partita di Coppa Italia contro l'Empoli parlando da leader in uno dei momenti più complicati di questa stagione. E prendendosi, anche più del dovuto, le colpe per la rete nel finale di Esposito, nata da un passaggio di Dodo che lo ha ingabbiato, generando poi il recupero della squadra di D'Aversa: «L'errore è stato mio, ho valutato male una palla sul 2-2. Mi dispiace per i tifosi, ma credo che possano essere orgogliosi di noi». Ci ha messo la faccia, come ha sempre fatto in carriera, anche nell'esperienza laziale. Ed è proprio questo tipo di giocatore che la Fiorentina ha voluto sul mercato, un esempio di comportamenti dentro e fuori dal campo. 


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Irrinunciabile

In mezzo al terreno di gioco poi, rimane imprescindibile: lo sarà anche nei prossimi mesi, indipendentemente dalla svolta tattica che la Fiorentina prenderà a causa dell'assenza di Bove. Cataldi più altri dieci, in campionato - tolte le due settimane ai box, fra fine ottobre e metà novembre, a causa di un problema al polpaccio - è stato sempre così, otto su otto, da titolare, in Serie A. Sia con la difesa a tre che col nuovo vestito tattico, a quattro, il numero trentadue è il fulcro di tutto per Palladino, sia in fase di non possesso che in quella di costruzione.

Nuove soluzioni

Tutto gira attorno a Cataldi, a maggior ragione da ora in poi, con le soluzioni che, in mezzo al campo, sono meno. Metronomo e primo recuperatore di palla, il trentenne romano è il centrocampista viola con la precisione passaggi più alta (88,6%) in questo primo terzo di campionato. Proprio le caratteristiche di Cataldi possono permettere a Palladino di pensare oltre rispetto al 4-2-3-1 che tanto ha regalato in questa prima parte di stagione. Pensando a un ipotetico 4-3-2-1, quello che potrebbe essere il 'piano B' più volte decantato dal tecnico campano per far coesistere Gudmundsson e Beltran, l'ex Lazio è di fatto l'unico che può essere in grado di rivestire il ruolo di vertice basso, con Amir Richardson, Adli e Mandragora che potrebbero alternarsi nelle due posizioni ai suoi lati. 


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Riscatto

Difficile che questa svolta arrivi già oggi, contro il Cagliari. Palladino è intenzionato comunque a ripartire da Cataldi e dalla sua voglia di riscattarsi dopo la serata difficile di coppa. Dopo il Cagliari ci sarà il Lask, e poi ancora il Bologna. Sei partite in tutto, in 21 giorni, per chiudere il 2024. Tre settimane in cui Cataldi sarà chiamato agli straordinari per mancanza di alternative. Poi, dal 2025, si inizierà a pensare anche di un futuro che pare comunque scritto. Il calciatore è in prestito dalla Lazio con un diritto di riscatto legato a un esborso piuttosto contenuto (4 milioni) che lascia ben sperare la dirigenza viola, pronta a prolungare la permanenza a Firenze del nuovo condottiero di Palladino.


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È stato il volto dell'unità di spogliatoio mostrata dalla Fiorentina nell'ultima settimana. Il primo a soccorrere Edoardo Bove domenica scorsa, per poi fare la spola, Viola Park-Careggi, nelle ore successive. È stato poi il primo, anche davanti alle telecamere, a riportare in chiaro le volontà del compagno: è il momento di spegnere la luce sulla situazione dell'ex romanista, di lasciare il ragazzo alle cure dei medici, compattarsi e pensare al campo per continuare la rincorsa alle posizioni di vertice. In sette giorni Danilo Cataldi è stato tante cose: fratello maggiore per tanti compagni e ancor più leader di quanto già non fosse diventato nei primi mesi a Firenze.

Cataldi da leader

Capitano senza fascia, Cataldi si è preso le sue responsabilità nel post-partita di Coppa Italia contro l'Empoli parlando da leader in uno dei momenti più complicati di questa stagione. E prendendosi, anche più del dovuto, le colpe per la rete nel finale di Esposito, nata da un passaggio di Dodo che lo ha ingabbiato, generando poi il recupero della squadra di D'Aversa: «L'errore è stato mio, ho valutato male una palla sul 2-2. Mi dispiace per i tifosi, ma credo che possano essere orgogliosi di noi». Ci ha messo la faccia, come ha sempre fatto in carriera, anche nell'esperienza laziale. Ed è proprio questo tipo di giocatore che la Fiorentina ha voluto sul mercato, un esempio di comportamenti dentro e fuori dal campo. 


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