È stato il volto dell'unità di spogliatoio mostrata dalla Fiorentina nell'ultima settimana. Il primo a soccorrere Edoardo Bove domenica scorsa, per poi fare la spola, Viola Park-Careggi, nelle ore successive. È stato poi il primo, anche davanti alle telecamere, a riportare in chiaro le volontà del compagno: è il momento di spegnere la luce sulla situazione dell'ex romanista, di lasciare il ragazzo alle cure dei medici, compattarsi e pensare al campo per continuare la rincorsa alle posizioni di vertice. In sette giorni Danilo Cataldi è stato tante cose: fratello maggiore per tanti compagni e ancor più leader di quanto già non fosse diventato nei primi mesi a Firenze.
Cataldi da leader
Capitano senza fascia, Cataldi si è preso le sue responsabilità nel post-partita di Coppa Italia contro l'Empoli parlando da leader in uno dei momenti più complicati di questa stagione. E prendendosi, anche più del dovuto, le colpe per la rete nel finale di Esposito, nata da un passaggio di Dodo che lo ha ingabbiato, generando poi il recupero della squadra di D'Aversa: «L'errore è stato mio, ho valutato male una palla sul 2-2. Mi dispiace per i tifosi, ma credo che possano essere orgogliosi di noi». Ci ha messo la faccia, come ha sempre fatto in carriera, anche nell'esperienza laziale. Ed è proprio questo tipo di giocatore che la Fiorentina ha voluto sul mercato, un esempio di comportamenti dentro e fuori dal campo.