Roma o Fiorentina. Beltran era davanti a un bivio quando ha deciso di venire in Europa. Alla fine ha scelto i viola. L'attaccante ha svelato i retroscena di quei giorni concitati di calciomercato in un'intervista a Cronache di Spogliatoio: "Prima di venire alla Fiorentina, Paulo Dybala mi ha chiamato: ‘Mourinho mi ha detto che ti vuole alla Roma’. Mi aveva già chiamato il direttore sportivo giallorosso, ma io avevo parlato prima con la Fiorentina e i suoi dirigenti. Quando Dybala mi ha contattato, erano i giorni decisivi. Mi ha chiesto cosa ne pensassi, ci siamo confrontati. L’ho richiamato per dirgli che avevo dato la mia parola alla Fiorentina, che si era mossa prima e che la sentivo più convinta: so che si stavano mettendo d’accordo con il River Plate. La Fiorentina appunto era più decisa, la Roma meno: spiegai a Paulo che preferivo una società che mi volesse davvero perché era un passo importante della mia carriera. Se mi voleva anche il Real Madrid? No, non è vero. Ho letto anche io questa notizia, ma non so da dove saltasse fuori. Poi come si farebbe a rifiutare il Real Madrid?".
Beltran e l'amicizia con Dybala
Beltran e Dybala si conosco da sempre: "Abbiamo ospitato Dybala a casa mia perché giocava nelle giovanili insieme a mio fratello. Lui arriva da un paese vicino alla mia città, quindi invece di fargli fare avanti e indietro sempre, è rimasto da noi per qualche giorno. Quando ero nelle giovanili, lui era in prima squadra, in quella della mia città: lo vedevo come un grande, come un idolo". L'argentino poi mette il focus sul compagno di squadra Bove: "È un argomento di cui non mi piace parlare per un motivo: credo che a lui non piaccia tanto ricordare quella sera e il periodo che sta passando. So solo che mi dispiace perché è una bella persona, ha solo un anno in meno di me e a volte mi chiedo se sarebbe potuto succedere a me. Abbiamo vissuto un momento di paura, l’importante è che ora lui stia bene e sia qui con noi, come ha detto a Sanremo si sente incompleto e lo percepiamo. Gli stiamo vicino, lo facciamo sorridere, e poi lui saprà trovare ciò che gli manca. Quando lo vediamo entrare in spogliatoio, lo abbracciamo".