Pioli all’ultima spiaggia con il Lecce: tre gli allenatori in corsa in caso di esonero, ecco tutti i nomi

Un inizio di stagione terrificante e adesso l’obbligo di vincere con i giallorossi
Francesco Gensini
4 min

Chiamiamola ultima spiaggia o partita senza appello, tanto l'etichetta da appiccicare sopra non ha importanza: la cosa sicura è che Fiorentina-Lecce di domenica è da dentro o fuori per Stefano Pioli e nessuno - veramente nessuno - non solo l'avrebbe mai detto un paio di mesi fa, ma neppure se lo sarebbe lontanamente immaginato. Il tecnico parmigiano per primo. Ma questo è, inevitabilmente, perché la squadra viola è penultima in classifica, protagonista in negativo che più non si può della peggior partenza in Serie A nella sua storia ormai centenaria con appena quattro punti conquistati e nessuna vittoria in nove giornate.

Due mesi choc

Quella vittoria adesso non più rimandabile: se arriva contro il Lecce, Pioli è dentro, se non arriva è fuori. Al di là di voci e supposizioni che si rincorrono non da oggi (a maggior ragione da ieri dopo il 3-0 subìto a San Siro) sulla panchina viola. Non si scappa. La Fiorentina sta sprofondando, anzi è già sprofondata, proprio perché lo stargate di queste nove giornate l'ha portata di fronte allo sconosciuto che intimorisce e inibisce, persa e smarrita in una spirale di non gioco e incapacità di cambiare il corso delle cose laggiù sul fondo della classifica con il baratro pericolosamente lì vicino. Fin dall'inizio del campionato e non ingannino i due pareggi consecutivi in trasferta, a Cagliari e a Torino (sponda granata), con cui ha aperto la stagione: dopo ci sono state due gare di fila in casa nel desolante Franchi e le cose sono peggiorate per le sconfitte contro Napoli (1-3) e Como (1-2), che se fosse stato pugilato avrebbe visto l'angolo viola gettare l'asciugamano sul ring. Già un mese fa la situazione è parsa chiara ed evidente, poi Pisa, Roma, Milan e Bologna hanno definito i contorni della situazione e l'Inter ha aperto lo scenario che è sotto gli occhi di tutti. La fiducia e l'ottimismo d'agosto sono diventati la sfiducia e il pessimismo di ottobre, in un passaggio tanto drastico quanto inevitabile che non ha risparmiato nessuno, Commisso, dirigenti, calciatori e Pioli ovviamente, quest'ultimo passato dall'essere acclamato il giorno della presentazione al Viola Park ad essere considerato da molti il responsabile principale di una vicenda quasi surreale. Però, non tutto è perso.

 

Ultima occasione

Vanoli, De Rossi, Thiago Motta: eccoli qui i nomi che si rincorrono per sostituire l'allenatore emiliano sulla panchina viola in queste ore. Da più parti si chiede una decisione forte da parte della società, ma ancora non è quel momento se mai ci sarà. Ogni indicazione proveniente dagli Stati Uniti (quelle che hanno più peso e più contano), ogni confronto al Viola Park (anche ieri) col gruppo al completo, direttore generale Ferrari e responsabile dell'area tecnica Pradè chiaramente presenti, hanno sempre avuto lo stesso traguardo condiviso: si va avanti uniti e non si cambia. È stato dopo Pisa, Roma, Milan e Bologna, sarà dopo l'Inter. Pioli e la squadra hanno un'altra occasione per risollevarsi e provare a cominciare una campionato nuovo: si chiama Lecce ed è l'ultima. Così è (se gli pare) e non ci vuole Pirandello per dire che nel calcio funziona in questa maniera di fronte a risultati che adesso non offrono né giustificazioni e né vie di fuga.

 


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