Tensioni nello spogliatoio della Fiorentina: dalle parole di Dzeko ai like sull'esonero

Pioli lascia i Viola dopo un inizio di stagione da incubo e le reazioni dei giocatori non lasciano spazio ad alcun dubbio. Tutto quello che non è andato
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La notizia era nell'aria da giorni, questa mattina (martedì 4 novembre) è arrivata anche l'ufficialità: Stefano Pioli non è più l'allenatore della Fiorentina. Il tecnico emiliano, tornato a Firenze dopo il biennio 2017-2019, paga un inizio di stagione disastroso: 4 pareggi e 6 sconfitte nelle prime 10 giornate di campionato e ultimo posto in classifica. Decisamente più confortanti prestazioni e risultati in Conference League: Kean e compagni sono infatti a punteggio pieno dopo i successi con Sigma Olomouc (2-0) e Rapid Vienna (3-0) ma le buone prestazioni in campo continentale non sono bastate per salvare la panchina dell'ex Milan. Giovedì infatti, alla 'Mewa Arena' con il Mainz, sarà Daniele Galloppa il tecnico ad interim dei Viola in attesa del nuovo allenatore: il grande favorito è Roberto D'Aversa. Già, la Conference League: c'è una frase di De Gea che racconta molto di quale fosse il pensiero nello spogliatoio della Fiorentina. Quando, infatti, al campione spagnolo viene fatto notare come, a fronte delle difficoltà in campionato, in coppa le cose andassero bene, lui non si nasconde: "Beh - la risposta imbarazzata - diciamo che il livello delle squadre in coppa...". Poche parole, ma chiarissime.

Bufera nello spogliatoio della Fiorentina: cosa è successo dopo l'esonero di Pioli

L'esonero del tecnico emiliano ha lasciato non pochi strascichi nello spogliatoio della Fiorentina: alla notizia dell'addio dell'ex Milan è spuntato infatti il like del difensore croato Marin Pongracic. Un segnale inequivocabile di un ambiente tutt'altro che sereno a Viola Park. Di recente, anche Edin Dzeko aveva espresso le sue perplessità sulla gestione di Pioli, in modo anche piccato: "Perché gli attaccanti non segnano? Lasciamo stare, potrei dire tante cose. Non stiamo facendo bene, tutti. Ruolo? Non voglio dire tanto, se no il mister si arrabbia. Quando giochiamo in due davanti per entrambi può essere una cosa importante avere un compagno vicino, ma anche per la squadra nei momenti di difficoltà. Si può giocare in vari modi, poi decide il mister", aveva dichiarato l'ex Inter e Roma ai microfoni di Sky Sport dopo il successo di Vienna contro il Rapid. Pronta la replica del mister: "Stiamo cercando di trovare degli equilibri. In questo momento secondo me non possiamo permetterci più di due giocatori offensivi. Dipende dal nostro momento e dal nostro equilibrio. Mi auguro arrivino momenti in cui potremo schierare un attaccante in più, ma non è questo il momento. Le parole di Dzeko? Lui è un giocatore forte, sa dov’è il mio ufficio. Sa che devo fare delle scelte, lui deve farsi trovare pronto. Le gerarchie possono sempre cambiare, dipende dalle prestazioni e dai risultati soprattutto". Non sono arrivati. E oggi Pioli paga - anche - un feeling tecnico mai sbocciato con il gruppo: giocatori involuti, nervosi, poco convinti. E un allenatore che non è riuscito a far scoccare la scintilla. Forse fin dall'inizio.


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