Conte: «Agnelli? Guardiamo a noi stessi»

Il tecnico dell'Inter ha dribblato la polemica innescata dalle dichiarazioni del presidente della Juve
Conte: «Agnelli? Guardiamo a noi stessi»© ANSA
Andrea Ramazzotti
7 min

INVIATO AD APPIANO - Antonio Conte ha parlato alla vigilia della gara contro il Parma e, senza citare la Juventus esattamente come Agnelli non ha citato lui venerdì, ha chiuso la polemica con i bianconeri e il suo passato.

Conte, il match contro il Parma per lei sarà speciale visto il suo rapporto con D'Aversa?
Sono amico anche con Faggiano, amici d’infanzia direi. Ho conosciuto D’Aversa quando era calciatore e io ero assistente di De Canio. Tra noi due c’è un rapporto anche con le famiglie e quindi sono felice che stia facendo bene. Il Parma è in salute e bisogna fare attenzione a non lasciare campo per le loro ripartenze perché hanno giocatori letali come Gervinho. Tutto il Parma è una squadra forte e ben allestita.

E' arrivato il momento di Politano? Acquisterete un altro attaccante a gennaio?
Sapevamo di avere tre attaccanti con determinate caratteristiche: Lukaku, Martinez e Sanchez. Politano invece ha caratteristiche non proprio da punta, ma in questo ruolo ci ha giocato con il Sassuolo. E poi c’è Esposito come quinta punta. Io alle punte chiedo determinati movimenti. Quella di Alexis è una perdita notevole per noi e allora abbiamo sdoganato 'Seba' che ha fatto tutto il precampionato con noi giocando molto bene accanto a Perisic. Vediamo l'evolversi della situazione di Alexis, ma per i discorsi di mercato è giusto affrontarli con la società e prendere le migliori decisioni.

Com’è la situazione degli infortunati?
Abbiamo ancora l'allenamento di oggi, voglio parlare coi medici e fare delle valutazioni. E' un momento in cui dobbiamo fare di necessità virtù e superare le difficoltà come fatto col Dortmund. Non è semplice giocare dopo tre giorni, ma stiamo cercando di recuperare le energie fisiche e nervose e al tempo stesso dobbiamo preparare la partita. Siamo pronti a dare battaglia: lo eravamo contro il Borussia Dortmund e lo saremo anche domani sapendo che è una gara difficile. Ci appelliamo anche al calore di San Siro che mercoledì è stato fondamentale. Mi auguro lo sia anche domani".



Quanto manca ancora per vedere la “sua” Inter?
Un'idea della squadra che hai in mente la vedi dopo poco, non hai bisogno di sette-otto mesi. Penso che un'idea di Inter si possa vedere sia in fase di possesso che di non possesso. Ci dobbiamo lavorare, se c'è un rammarico è di non avere tanto tempo per farlo. Però sono contento perché per il tempo che ho a disposizione ho un gruppo di ragazzi che recepiscono bene e abbiamo anche il supporto del video che in queste situazioni è molto importante.

Quella di avere tanti italiani in rosa era una sua richiesta fatta alla società?
L'obiettivo mio e della società è puntare su giocatori forti e affidabili sia italiani sia stranieri. L'importante è che siano affidabili. Il calciatore italiano ti dà però delle garanzie immediate perché conosce il modo di lavorare che abbiamo in Italia, un modo un po' diverso rispetto all'estero. L'italiano non ha bisogno di tempo per integrarsi e avere un'anima italiana credo sia importante. Handanovic però lo considero italiano, dopo tanti anni…

Brozovic ha sempre giocato. Il suo vice è Sensi o ce ne sono altri?
Sensi può giocare per caratteristiche davanti alla difesa e lì ha giocato anche in passato, ma quando posso Stefano lo preferisco più avanti perché è molto intelligente tra le linee, ha l’ultimo passaggio e fa gol. Lì davanti alla difesa può giocare anche Borja Valero. Brozovic sta facendo bene ma sa che io sono molto esigente e sa dove deve migliorare per diventare un top".

Essere attaccati alla Juve mette un po' di nervosismo anche a Torino vista l'ultima uscita di ieri di Agnelli?
Noi dobbiamo essere bravi a guardare noi stessi, non gli altri. Se proprio dobbiamo guardare facciamolo verso chi ci sta davanti, non indietro. Però abbiamo iniziato un nuovo percorso e sappiamo che difficoltà ci sono. Il fatto di essere molto vicini a chi sta davanti ci deve dare soddisfazione, ma al tempo stesso non dobbiamo perdere di vista la realtà. Bisogna lottare ogni partita perché ogni gara deve essere un banco di prova importante in cui dare il massimo. Solo così arriveranno i tre punti. Nei percorsi ci vuole un po' di tempo per far crescere tanti ragazzi. Penso che siamo sulla strada buona. Continuiamo così e cerchiamo di vedere alla fine dove saremo capaci di arrivare. L'importante, come ho già detto, è andare al massimo senza avere rimpianti perché alla fine dobbiamo dirci che più di quello non potevamo fare.

Cosa dirà alla squadra perché non si ripeta più un finale come quello di Reggio Emilia?
Il mio ruolo è quello di dire al calciatore quando certe cose non vanno male. Gli ultimi 20’ contro il Sassuolo non ci avevano reso felici. Bisognava migliorare e non andare in balia degli avversari nella parte finale. Contro il Dortmund c’è stata una bella risposta da parte dei ragazzi, ma un allenatore è giusto che sottolinei le cose positive e negative, anche se i primi a voler migliorare le situazioni e a rendersi conto quando le cose non vanno bene sono i calciatori. Capiscono quando si fanno delle cose che sono negative.

E’ soddisfatto di come la squadra sta rispondendo alle assenze?
La crescita della squadra passa dall’assimilare delle situazioni. De Vrij per noi è un calciatore importante perché in alcune situazioni tattiche ha degli spazi. Deve essere bravo come sta facendo a prendersi delle responsabilità. I tre difensori centrali sono i primi costruttori di gioco: i suoi non sono lanci lunghi, ma verticalizzazioni importanti.

Fatto salvo Pirlo, Brozovic è il play più forte che ha allenato? In cosa può migliorare?
Può migliorare tanto, sia nella verticalizzazione, nell’ultimo passaggio. A squadra schierata nell’ultimo passaggio può crescere parecchio e può lavorare molto sulla fase difensiva. Non facciamo paragoni con Pirlo che è un giocatore che sarà ricordato per sempre, un genio. Brozo ha caratteristiche diverse, deve continuare a lavorare per diventare un top.

Visto quello che è accaduto a centrocampo, con le assenze di Vecino e Sensi, se non ci fosse stato il Mondiale avrebbe trovato spazio anche Agoumé?
Lucien ha bisogno di fare uno step. Ha delle qualità ma viene da un campionato straniero e ha bisogno di lavorare prima di giocare in prima squadra. Abbiamo tanti ragazzi bravi e il settore giovanile dell’Inter sta lavorando molto bene. Sta a me cogliere le opportunità che avremo, quelli che potranno far parte della storia dell’Inter. Pogba arrivò a 18 anni e lo feci giocare dopo 2 mesi. Se c’è un giocatore forte, non ho preclusione nei confronti dei ragazzi giovani. Speriamo dopo Bastoni ed Esposito di lanciare altri giovani.


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