Inter al top, svelato il metodo Inzaghi

Difficoltà contro Monaco e Lens, ma anche tanti spunti positivi: il tecnico va avanti con fiducia
Inter al top, svelato il metodo Inzaghi© Inter via Getty Images
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MILANO - Soddisfatto dopo una sconfitta, anche se in un'amichevole precampionato, non lo vedrete mai. Eppure dal pomeriggio di Lens Simone Inzaghi ha tratto indicazioni positive. Soprattutto nella ripresa quando si è gustato quello che avrebbe tanto desiderato avere la scorsa stagione ovvero la coppia Lukaku-Martinez. Con loro due insieme in attacco, forse, la corsa scudetto sarebbe finita in maniera diversa, ma certi discorsi il tecnico piacentino preferisce non alimentarli. Sia per rispetto di Dzeko, che ha disputato un'annata importante e almeno fino a marzo non ha fatto rimpiangere Big Rom, sia perché il passato non gli interessa. Lui è concentrato sul futuro e allo stadio Bollaert-Delelis ha visto più cose che gli sono piaciute che aspetti da correggere.

Avanti con fiducia

Inzaghi sapeva che il test con il Lens, esattamente come quello contro il Monaco, non era paragonabile alle amichevoli con Milanese, Lugano e Novara. Perché i monegaschi a inizio agosto disputeranno l'andata del terzo preliminare di Champions, mentre la formazione di Haise pochi giorni dopo sarà impegnata nella prima giornata di Ligue 1. Con le due francesi, dunque, c'è un gap significativo a livello di condizione atletica, un "particolare" che annulla il maggior tasso qualitativo dei nerazzurri. Perché se arrivi in ritardo sul pallone o gli avversari hanno più gamba per pressarti, sviluppare il calcio che è nel dna dell'Inter inzaghiana è complicato e la squadra sembra ingolfata. Ciò nonostante i guizzi del belga e dell'argentino, abbinati al modo in cui si sono cercati e trovati, fanno pensare positivo. E' un bel... ritorno al passato. Si sono visti movimenti giusti anche in mezzo al campo, dove però le giocate di Barella, Brozovic e Calhanoglu non sono state rapide complici gli appena 10 giorni di allenamenti che hanno nelle gambe. Bene pure Asllani: Inzaghi ne centellina la crescita perché non vuole che sia caricato di eccessive aspettative, ma sa di aver trovato un elemento che può far comodo nelle giornate (spera siano poche...) in cui dovrà rinunciare a Brozo.

Da aggiustare

Simone considera normale che, essendo a corto di preparazione, Dumfries non sia debordante come passata stagione. E non è allarmato dal fatto che Gosens non abbia ancora preso possesso della corsia mancina. A scanso di equivoci va detto che sia lui sia la dirigenza hanno piena fiducia in Robin, considerato il titolare indiscusso a sinistra: gli sarà data fiducia non una o due partite, ma parecchie di fila. Perché, sostengono alla Pinetina, ha solo bisogno di giocare per tornare se stesso. L'affaticamento patito contro il Monaco, però, ha rallentato il processo di inserimento che, nonostante sia arrivato a gennaio, è stato bloccato da Superman Perisic. Per far dimenticare il croato serve che Robin torni quello versione Atalanta. L'acquisto di un altro laterale, almeno per ora, non è in agenda. In futuro vedremo. Quanto alla manovra macchinosa vista nel primo tempo a Lens, nessuno è soddisfatto, ma è ritenuta un fatto normale quando di fronte ci sono avversari che stanno meglio e si sceglie di non lanciare il pallone lungo, bensì di giocare. Le difficoltà di sabato serviranno da lezione in vista dell'esordio in campionato quando, con Lukaku e Martinez titolari, l'Inter sarà pronta. Inzaghi a riguardo non ha dubbi. 


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