Handanovic e Onana, la sfida all’Inter è iniziata

Alla Pinetina le gerarchie sono chiare: Samir partirà titolare ma André ha dimostrato contro il Lione di avere le carte in regola
Handanovic e Onana, la sfida all’Inter è iniziata© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Un vice portiere così... è tanta roba. Ecco il senso del commento, a voce bassa, di un dirigente nerazzurro nel dopo partita di Cesena, quando negli occhi di tutti c’erano ancora le due parate decisive di André Onana. In particolare quella sul colpo di testa di Dembele, deviato sulla traversa, che ha evitato la sconfitta all’Inter. Le parole in libertà del management non valgono certo un’investitura del camerunese a titolare. Tutt’altro: in viale della Liberazione e alla Pinetina le gerarchie sono chiare e Handanovic è sia il numero uno sia il capitano. O almeno è lui a partire in pole position e con la fascia al braccio. In caso di necessità, però, lo sloveno ha le spalle più coperte rispetto al passato quando, con tutto il rispetto, Castellazzi, Padelli, Carrizo e Radu davano meno garanzie. Perché, inutile girarci troppo intorno, fino alla squalifica per 9 mesi per doping, Onana è stato il titolare dell’Ajax arrivato fino alla semifinale di Champions 2018-19. Non è né un ragazzino, né un portiere che superati i 30 accetta un ruolo più “comodo”, da riserva. Lui ha la fame e la voglia di mettersi in mostra in un campionato più difficile rispetto all’Eredivisie e sa perfettamente dove vuole arrivare. A livello personale e di squadra. «Sono molto contento di essere qui - ha ammesso a Sky - perché l’Inter è un grande club. Portare questa maglia per me è un orgoglio, un qualcosa di magnifico. Lo scudetto? Abbiamo l’obbligo di vincere sempre. Con la grande squadra che abbiamo, ci proveremo».

Inter, esplosività e simpatia

Il primo mese scarso di allenamenti alla Pinetina ha confermato che Onana tra i pali ha un’esplosività pazzesca. Merito di un fisico importante che nei test atletici ha dato risposte inequivocabili. A dispetto dell’errore nel primo tempo a Cesena che è costato il giallo a Dumfries, è anche bravo con i piedi e, quando gli avversari presseranno alti e con diversi uomini, non saranno infrequenti i lanci lunghi a cercare Lukaku. Non solo “addosso” al belga, ma pure per i suoi scatti in profondità. Qualcosa da migliorare forse c’è nelle uscite, che al momento non sembrano la specialità della casa, ma il tempo è dalla sua parte. Nello spogliatoio si è integrato bene, con educazione e con il sorriso: scherza con i compagni, ma non ama perdere neppure le partitelle. Dopo lo stop per squalifica e il rientro in tempo per l’ultima Coppa d’Africa, ha la sensazione che gli abbiano “rubato” 9 mesi di carriera e anche un esercizio in allenamento per lui è importante. Lavorando con Bonaiuti, l’esperto preparatore che dai tempi di Udine “cura” Handanovic, sa che può migliorare in molti aspetti. Sudore e fatica in attesa che venga il suo momento. Con pazienza, ma dando il massimo perché la stagione è lunga, c’è un Mondiale da giocare e magari ci sarà bisogno di lui pure all’Inter.

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Alternanza no, ma…

Il club di Zhang, sfruttando il Decreto Crescita, gli ha fatto firmare un contratto quadriennale a tre milioni netti più bonus a stagione. Considerando che è sbarcato a Milano a parametro zero (bruciata la concorrenza soprattutto di Borussia Dortmund e Lione), il colpo è di quelli notevoli. E anche se in questo momento è il vice di Samir, la sensazione è che qualche partita la giocherà, che Inzaghi, ogni tanto, lo butterà nella mischia per certe sfide di campionato. Diciamo che sarà una “staffetta particolare”, come quella che c’è stata alla Juventus prima tra Szczesny e Buffon e poi tra Szczesny e Perin. Anche perché il futuro nerazzurro, prima o poi, sarà nelle mani di Onana e, anche se Handanovic giocherà di più, parerà bene e si meriterà il rinnovo per un’altra o altre due stagioni, è indubbio che un domani la titolarità spetterà ad Onana. A quel punto toccherà a lui difenderla. Chi lo conosce, assicura che André non vede l’ora che ciò accada.


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