Inter, Dzeko: “Milano mi piace, rispetto tutti, quel gol con il City...”

L'attaccante nerazzurro protagonista del MatchDay Programme prima della partita con il Viktoria Plzen: con una vittoria, la squadra italiana è qualificata
Inter, Dzeko: “Milano mi piace, rispetto tutti, quel gol con il City...”© Inter via Getty Images
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E' Edin Dzeko il protagonista del MatchDay Programme di Inter-Viktoria Plzen, in programma oggi a San Siro alle 18:45. Con una vittoria, i nerazzurri di Inzaghi sarebbero aritmeticamente promossi agli ottavi di finale di Champions League. Dzeko non ha fatto rimpiangere Lukaku, durante la sua assenza, segnando gol pesanti.

Dzeko: “La mia famiglia determinante per la mia carriera”

Ripercorre gli inizi di carriera Dzeko: Jusuf Sehovic è stato il mio primo allenatore, una figura importantissima per me da cui ho imparato tanto. La mia carriera non sarebbe stata la stessa senza di lui e la mia famiglia: i miei genitori e mia sorella ci sono sempre stati, soprattutto nei momenti di difficoltà. Da quando ho cominciato ad allenarmi, ho sempre avuto quella voglia di dare sempre il massimo, di lavorare su me stesso e di non accontentarmi mai, sono queste le caratteristiche che mi hanno portato fino a qui”.

Dzeko: “Sarajevo sfregiata dalla guerra, ora sta crescendo”

Dzeko e la sua città d'origine: “Sono nato a Sarajevo il 17 marzo 1986, una città bellissima che ha sofferto tanto durante la guerra. Ora però sta crescendo molto e per me rimane la più bella del mondo. Le tappe successive sono state diverse, prima in Repubblica Ceca, a Usti nab Labem, poi Teplice, quindi Wolfsburg in Germania. A Manchester sono stato quattro anni e mezzo, per poi trasferirmi prima a Roma, dove sono stato sei anni, poi a Milano, due città che mi sono piaciute subito per tante ragioni”.

Dzeko: “La rete al Qpr e il titolo a Manchester”

Un gol più di tutti: “Il mio goal più importante? Con il City contro il Qpr: fino al 91º eravamo sotto 2-1, ho fatto il gol del 2-2, poi Aguero ha segnato quello del 3-2 e così il club è riuscito a vincere la Premier League dopo 44 anni”.

Ancora la famiglia nei pensieri del bosniaco: “Mio padre giocava a calcio e mi ha trasmesso tutto il suo amore per questo sport. Il mio punto di riferimento era il campo dove mi allenavo con la mia prima squadra, lo Zeljenzicar, vicino allo stadio Grbavica, anche se il pallone ha sempre fatto parte della mia vita. I miei genitori mi dicevano sempre di stare con i piedi per terra e di rispettare gli altri, se vuoi avere il rispetto deve essere il primo a dare rispetto".


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