Nel cuore dell’Inter: il centrocampo è pieno di gol

Aumenta la capacità realizzativa della mediana: Mkhitaryan, Calhanoglu e Frattesi hanno firmato 5 reti sulle 13 marcature complessive
Nel cuore dell’Inter: il centrocampo è pieno di gol© LAPRESSE
Giorgio Coluccia
4 min

MILANO - L’eclatante prova di forza nel derby, con quattro reti su cinque segnate dai centrocampisti, è soltanto l’ennesima conferma di rendimento per un reparto stellare. Simone Inzaghi si gode la sua mediana di lusso, capace non solo di indirizzare il gioco attraverso carattere e qualità invidiabili, ma anche di lasciare segni evidenti in zona gol. Il mix in mezzo dell’Inter fa male agli avversari e allo stesso tempo fa dimenticare l’addio di un vecchio pilastro come Marcelo Brozovic, presenza fissa dal 2015 in poi nel reparto nevralgico della compagine nerazzurra. La nuova epoca porta la firma in area avversaria di Calhanoglu ormai eletto come primo rigorista, di un Mkhitaryan sempre più decisivo a dispetto dell’età e di un Frattesi che si è già preso le chiavi del suo futuro interista. Fin qui in tutto fanno 5 reti segnate dai centrocampisti nelle 13 totali messe a referto nelle prime 4 partite. In attesa di mettere il reparto di fronte alla prova della continuità, questo score di certo rappresenta un netto cambio di passo per tutta la squadra rispetto alla scorsa stagione, quando per larghi tratti - prima di spiccare il volo verso Istanbul - si è riproposto il vizio delle tante occasioni fallite rispetto a quanto prodotto in campo.

Un centrocampo prolifico

Inzaghi può sorridere perché alla festa del gol dei mediani non si sono ancora uniti Barella, Sensi e Klaassen, altri tre profili di spessore che nella loro carriera hanno sempre avuto un feeling speciale con i gol. Anzi, l’olandese viene soprannominato “Mister 1-0” proprio per il suo vizio di segnare reti che sbloccano le partite. Barella invece nella passata stagione era stato il centrocampista più prolifico, subito dietro alle punte (Lautaro, Dzeko e Lukaku) con 9 reti all’attivo in tutte le competizioni. Dietro di lui Mkhitaryan a 5, Calhanoglu a 4 e Brozovic a 3. Insomma per il giro dei titolarissimi un bottino da 21 centri, quello che può garantire in media un attaccante di ottimo livello nell’arco di un’annata. Con questo ipotetico “rinforzo” offensivo in più Inzaghi spera di ripetere, anzi di sorpassare l’exploit, potendo contare su più qualità e più alternative efficaci in area altrui.

Calhanoglu, il primo rigorista

Stando alle prime quattro giornate e al gioco messo in mostra dalla macchina nerazzurra, i presupposti per fare anche meglio non mancano. Una scelta all’insegna della continuità nel tempo riguarda l’incoronazione di Calhanoglu come primo rigorista, che spazza via ogni dubbio e anche ogni pretesa, come quella avanzata da capitan Lautaro nel derby quando ha provato a reclamare il penalty (del seguente 4-1) dopo esserselo procurato. Dovendo badare soprattutto ai compiti in regia, l’anno scorso il bottino offensivo del turco aveva visto una frenata rispetto ai suoi tempi al Milan, ma questo nuovo incarico potrà renderlo ancor più decisivo. Ai suoi lati scalpitano batterie di compagni pronti a lanciarsi da dietro negli spazi e, all'occorrenza, a calciare da fuori come chiede Inzaghi in allenamento. Un aspetto su cui insiste il tecnico per rendere letale quel mix al centro della sua squadra.


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