Pagina 4 | Inter-Napoli, tutto d'un fiato: i 6 fattori che saranno decisivi per lo scudetto 

L 'Atalanta è fuori, lo fa capire la classifica e lo ha confermato Gasperini, anche se l’aritmetica consiglia ancora un briciolo di prudenza prima della sentenza definitiva. Per rientrare, però, alla Dea serve ben altro rispetto alla sconfitta con l’Inter e a quella di Firenze. In questo momento lo scudetto se lo giocano Inter e Napoli, tre punti e venti gol in più per la capolista. Cerchiamo di capire come si scatenerà lo sprint finale con otto partite (per l’Inter, coppe comprese, sono almeno dodici) tutte d’un fiato. 


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Il calendario di Inter e Napoli

Premessa indispensabile: visto oggi il calendario può far pensare a un leggero vantaggio per il Napoli, ma fra tre, quattro o cinque turni certe valutazioni si potranno modificare. Esempio: se all’ultima giornata il Cagliari fosse ancora in corsa per la salvezza, il grado di difficoltà di quella partita per il Napoli non sarebbe molto basso come invece appare adesso. L’Inter giocherà tre gare contro squadre in corsa per l’Europa (Bologna, Roma e Lazio), il Napoli solo una (a Bologna) e già questo soffia ottimismo in direzione del Vesuvio. La squadra di Inzaghi dovrà poi affrontare tre squadre oggi in lotta per la salvezza (Parma, Cagliari e Verona) e solo due (Torino e Como) senza necessità di classifica. La squadra di Conte se la vedrà con quattro avversarie in corsa per restare in A (Empoli, Lecce, Parma e Cagliari) e con altre tre presumibilmente senza obiettivi (Monza ultimo in classifica, Torino e Genoa). Il prossimo turno doppia trasferta in Emilia senza i due allenatori in panchina, entrambi squalificati: l’Inter a Parma e il Napoli a Bologna. 


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Inter e Napoli: la condizione

Per motivi differenti, ma tutt’e due stanno arrivando in fondo non proprio col serbatoio pieno. Sia l’Inter che il Napoli nell’ultima giornata hanno rischiato tanto nel finale, diciamo pure nell’ultima mezz’ora. Sono state salvate tutt’e due dai portieri, Sommer ha fatto due miracoli su Lucca e Solet e Meret ne ha fatto uno gigante sul rigore di Gimenez. Prima della sosta, l’Inter aveva però dato un segnale più incoraggiante del Napoli che a Venezia aveva pareggiato anche per la poca brillantezza, mentre i campioni d’Italia avevano vinto una partita-chiave come quella di Bergamo. 


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I punti di forza di Inter e Napoli

I gol segnati per l’Inter, i gol subiti per il Napoli. Inzaghi ha il miglior attacco della Serie A (67 reti all’attivo, a conferma di una tendenza recente: un anno fa, dopo 30 partite, ne aveva segnate 75), insieme all’Atalanta è l’unica squadra ad avere due attaccanti (Thuram e Lautaro Martinez) in doppia cifra e ora anche Arnautovic sta dando una mano. L’attacco nerazzurro può sfruttare l’enorme sviluppo di gioco degli esterni, non a caso Dimarco domenica sera ha piazzato i due assist per i due gol dell’Inter. Il Napoli, a sua volta, ha la difesa più solida, la migliore del campionato con 24 gol incassati, 4 in meno dell’Inter. Nell’anno dello scudetto di Spalletti, i gol subiti dopo 30 giornate erano appena tre in meno. La coppia Rrahmani-Buongiorno è una bella garanzia. 

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Il punto debole di Inter e Napoli

Ribaltiamo il discorso: per l’Inter sono i gol presi, per il Napoli i gol realizzati. La capolista è indietro non solo rispetto alla sua inseguitrice, ma soprattutto rispetto a se stessa: l’anno scorso alla 30ª giornata aveva incassato solo 14 reti, la metà della cifra attuale e la bellezza di 20 in meno del Milan che in classifica era alle sue spalle. Il Napoli ha segnato poco, 47 reti, quinto attacco del campionato a pari della Fiorentina. Osimhen non si rimpiazza facilmente...


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Inter e Napoli: gli uomini decisivi

Banalmente Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, ovvero la coppia che consegnò all’Inter di Conte lo scudetto del 2021. Allora insieme raggiunsero quota 41, diciassette reti per l’argentino, ventiquattro per il belga, quasi il 50 per cento dell’intero bottino nerazzurro (89 gol). Sono passati quattro anni e in questo campionato hanno segnato gli stessi gol, non troppi per la verità, undici a testa. Però Lukaku anche domenica sera ha dimostrato di stare bene, sembra di nuovo il giocatore che Conte ha voluto di nuovo con sé. Quanto a Lautaro, fuori per infortunio contro l’Udinese, non si è fatto ammirare per i gol, ma per il gioco, la presenza e la capacità di essere sempre più leader. 


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La sfida tra Conte e Inzaghi

In questa volata inciderà di più Inzaghi o Conte? Tutt’e due hanno già vinto lo scudetto, uno per il piacentino, quattro per il salentino, sanno come si maneggia un finale di campionato di questo tipo. Ci sono sette anni di differenza, Simone è alla decima stagione da allenatore in Serie A (tutte portate a termine) dopo le giovanili con la Lazio, per Antonio questa è la settima in A, con quattro in B e quattro in Premier League, tre interrotte prima della fine. Inzaghi deve gestire le risorse perché Coppa Italia (col derby) e Champions (col Bayern) non consentono errori, ancora meno se l’obiettivo si dilata fino al poker col Mondiale per club: arrivando in finale delle due coppe, da qui alla fine giocherebbe 16 partite, il doppio del Napoli; Conte invece deve spingere al massimo, spremere ogni energia da una squadra che non ha gli stessi ricambi dell’Inter ma che può respirare e recuperare da una settimana all’altra. 

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I punti di forza di Inter e Napoli

I gol segnati per l’Inter, i gol subiti per il Napoli. Inzaghi ha il miglior attacco della Serie A (67 reti all’attivo, a conferma di una tendenza recente: un anno fa, dopo 30 partite, ne aveva segnate 75), insieme all’Atalanta è l’unica squadra ad avere due attaccanti (Thuram e Lautaro Martinez) in doppia cifra e ora anche Arnautovic sta dando una mano. L’attacco nerazzurro può sfruttare l’enorme sviluppo di gioco degli esterni, non a caso Dimarco domenica sera ha piazzato i due assist per i due gol dell’Inter. Il Napoli, a sua volta, ha la difesa più solida, la migliore del campionato con 24 gol incassati, 4 in meno dell’Inter. Nell’anno dello scudetto di Spalletti, i gol subiti dopo 30 giornate erano appena tre in meno. La coppia Rrahmani-Buongiorno è una bella garanzia. 

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