Indiscrezione Juve, Pirlo lasciato solo dai senatori

Il tecnico incassa la fiducia di Agnelli e va avanti nonostante l'eliminazione dalla Champions. Da De Ligt a Kulusevski: i suoi pilastri
Indiscrezione Juve, Pirlo lasciato solo dai senatori© Getty Images
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Avanti con il Maestro. La rotta non cambia, nonostante la barca bianconera sia squassata dalle onde, si sia schiantata nuovamente contro l’iceberg degli ottavi e non si sappia bene al momento quale sia l’approdo. Il timoniere resta saldo alla guida. Fiducia ad Andrea Pirlo, quindi, anche dopo lo choc del secondo fallimento europeo consecutivo agli ottavi, il terzo crollo precoce di fila, considerando quello ai quarti di due anni fa con l’Ajax. [...]

Pirlo e il nodo dei senatori

«C'è grande delusione, tra i veterani e tra i più giovani - ammette Pirlo - Non credo sia la fine di un ciclo, ne è appena iniziato uno». Con quali protagonisti? Certamente Chiesa, la stellina che studia da leader e che si è preso il palcoscenico continentale, ma naturalmente anche De Ligt, Kulusevski, McKennie, Demiral, Arthur, Bentancur, lo stesso Rabiot. Con conferme di esperienza come Cuadrado, Danilo, Szczesny, Alex Sandro e Morata ed ulteriori innesti dalla carta d’identità fresca. I nodi da sciogliere più intricati riguardano il futuro di Ronaldo e Dybala (con il rinnovo tanto atteso della Joya che ancora non c’è) e dei senatori. Buffon, Chiellini, Bonucci: che ne sarà di coloro che sono stati il cemento per Pirlo nello spogliatoio?

Pirlo lasciato da solo alla Juve

Certo è che al momento hanno lasciato solo il tecnico nel momento più difficile. Fa specie che nessuno dei tre ex compagni e uomini forti e carismatici del gruppo si sia presentato davanti alle telecamere a spiegare la disfatta. L’avevano fatto in altre occasioni. Bonucci, tra l’altro, non ha fatto nulla per nascondere il proprio disappunto al momento della sostituzione, evitando di salutare il tecnico che gli si stava avvicinando mentre si avviava in panchina. Così come nessuno dei massimi dirigenti ha commentato l’eliminazione. Evidentemente bastavano le parole del Maestro, che ha raccontato appunto del dialogo con il presidente evidenziando la linea societaria, ma c’è il dato di fatto che Pirlo è rimasto solo ad affrontare l’onda delle critiche. L’allenatore ha le sue colpe, certamente, a partire dal non aver dato un’identità chiara e riconoscibile alla squadra e di aver forzato la svolta filosofica in una stagione anomala come l’attuale, pesantemente condizionata nei ritmi dalla pandemia, che avrebbe consigliato una maggiore morbidezza nell’approccio e una maggiore concretezza e pragmaticità. Ma non può essere additato come l’unico responsabile della situazione. La squadra è stata costruita male, nei numeri e nella qualità. Pirlo era al debutto assoluto, e lo si sapeva, e il compito e il carico di responsabilità che gli sono stati dati, forse, si stanno rivelando un azzardo troppo grande. Il progetto, in ogni caso, va avanti.


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