TORINO - Il suo idolo è Giorgio Chiellini, a cui ha chiesto il permesso di prendere la maglia numero 3. Il suo obiettivo è quello di vincere, possibilmente tutto, anche la Champions. La sua mentalità è la stessa di Max Allegri. Le sue idee sono chiare e il suo pensiero è sempre lucido, anche quando deve affrontare il delicato argomento di un trasferimento da una squadra all'altra della stessa città. Così Gleison Bremer si presenta al mondo bianconero, alla Juve è arrivato con i galloni del miglior difensore del campionato e l’onere di un trasferimento da 41 milioni più 8 di bonus. È lui a dover raccogliere l'eredità dello stesso Chiellini e di Matthijs de Ligt. E Bremer racconta così la scelta di sposare la causa della Juve: «Con il mio procuratore abbiamo parlato con diverse società, da due anni volevo cambiare squadra per alzare il livello, la Juventus è la squadra che mi ha colpito di più e che ha vinto di più. Ho parlato anche con Allegri, pure lui ha la mia stessa mentalità, vuole sempre vincere».
Gli obiettivi quindi sono chiari: «Da molto tempo ci penso, volevo giocare la Champions. Le aspettative sono grandi, come in campionato. Pensiamo partita dopo partita». Anche se il precampionato non è andato come sperato: «L'ultima amichevole con l'Atletico non è andata bene, abbiamo perso 4-0, siamo inc... ati per questo. La Juventus gioca sempre per vincere. lo scorso anno non c’ero ma quest’anno vogliamo cambiare tutto».
Chiellini e Bonucci
Un ruolo importante in questa decisione lo ha avuto Chiellini, suo predecessore ma anche punto di riferimento: «Anche due anni fa quando volevo andare via dal Torino ho parlato con lui. Prima di prendere questa decisione l’ho chiamato, Chiellini per me è un idolo e mi ha detto di non farmi condizionare. Gli ho chiesto se potevo prendere la maglia numero 3 e mi ha detto di sì. Bonucci? Lui è il capitano, è alla Juve da tanto tempo, ci stiamo allenando per migliorare sempre». In campo poi ci sarà un bel cambiamento da affrontare, anche tatticamente: «Difendere a tre o a quattro è un po’ diverso, le grandi squadre difendono a quattro, non sarà facile ma ce la farò». D'altronde Bremer è stato appena premiato come miglior difensore del campionato di serie A, eppure per lui è solo un punto di partenza: «Sono tra i top in Italia, ma devo dimostrare ancora molto».
Via dal Toro
Un passaggio cruciale della sua carriera è stato questo trasferimento dal Torino alla Juventus. Un passaggio fondamentale della conferenza stampa è stato il suo messaggio ai tifosi granata. Prima il saluto e il ringraziamento: «Voglio ringraziare la società e tutti i miei compagni, ho trascorso quattro anni belli al Torino». Fondamentali per la sua crescita anche gli allenatori: «Mazzarri per primo, poi con Juric ho compiuto il salto di qualità». E a chi gli dà del “traditore” in città, Bremer risponde senza troppi giri di parole: «So che i tifosi del Toro l’hanno presa male. Ma chiedo loro: se hanno figli e gli si prospetta di andare in una situazione migliore, cosa farebbero? Ho scelto questo, voglio vincere e migliorare sempre, non c’è niente di male. Questo è il mio lavoro, non ho mai detto che non sarei andato alla Juve, è stato giusto venire qui».