Altro che grande Juve, altro che grande prova. Le sicurezze ostentate alla vigilia da Massimiliano Allegri si sgretolano rapidamente. Purtroppo per il tecnico è la solita Juve, che parte forte, crea buone opportunità ma piano piano si spegne e finisce ancora una volta al tappeto, per errori dei singoli e carenze di squadra. Le vittorie su Bologna e Maccabi Haifa hanno semplicemente illuso che la crisi stesse tramontando; il Milan ha riportato tutti sulla terra. Enorme la differenza di intensità, di voglia, di ritmo, di personalità, di principi di gioco, di condizione fisica, di qualità. Per la Juve è la seconda sconfitta in campionato, la quarta stagionale; i bianconeri allungano il digiuno in trasferta (solo due pareggi con Samp e Fiorentina) e si allontanano ulteriormente dalla vetta. La Signora va a dormire a -7 dalla testa della classifica, ma oggi può staccarsi a -10, se Napoli e Atalanta vinceranno. Il bottino dice: 13 punti in 9 giornate, addirittura due in meno del già deficitario avvio dell’anno scorso.
Cosa non funziona nella Juve, ecco i 4 problemi da risolvere
Cosa non ha funzionato nella Juve? Ecco tutti i punti evidenziati da Allegri nelle interviste post gara.
- Il gioco non va
“C’è ben poco da dire dopo una sconfitta del genere, siamo in un momento di altalena. Sembrava che fossimo usciti dal periodo negativo e invece ci siamo ricascati. Peccato perché per 20- 25 minuti abbiamo fatto bene, poi abbiamo cominciato a giocare la palla all’indietro e il Milan ci ha preso campo, ci è venuto addosso e noi non abbiamo più creato nulla”.
“Abbiamo sbagliato molto tecnicamente, anche la misura dei passaggi e alla fine paghi. Non è questione di dire se ha sbagliato Vlahovic o un altro: abbiamo sbagliato in generale troppi passaggi e una squadra come la Juventus, giocatori che sono alla Juventus non lo devono fare”.
“Difficoltà a livello fisico? Credo che anche la condizione psicologica abbia fatto la differenza: abbiamo perso tanti punti con le medio-piccole, tra Sampdoria, Monza e Salernitana, ed è normale che quando giochi gli scontri diretti ci devi arrivare in una condizione psicologica buona”.
“In qualche modo da questa situazione bisogna uscirne: con le buone o con le cattive, ma bisogna uscirne. Non è questione di giocare bene o male, ma di reagire. In questo momento bisogna solo rimanere sereni, rimboccarci le maniche e avere la forza di ripartire. Soprattutto la forza mentale di andare in Israele per vincere, in modo da arrivare a Lisbona con la possibilità di giocarci la qualificazione. Il campionato fortunatamente è lungo, abbiamo tempo per sistemarlo”.