Juve, un big sarà ceduto: in bilico Vlahovic, Chiesa e Szczesny

Il club pensa ad un addio, in caso di offerta giusta, poi si insisterà con la linea verde
Filippo Bonsignore
4 min

La parola chiave del nuovo corso Juve è sostenibilità. Non ci sono margini per voli pindarici: la mancata partecipazione alla prossima Champions League a causa della penalizzazione costerà tantissimo in termini di mancati ricavi. Almeno una ottantina di milioni, stando alla media delle ultime stagioni; una situazione che si rifletterà anche sul mercato, costringendo la società a dover considerare almeno il sacrificio di un campione per poter attutire il contraccolpo. «Il quadro economico-finanziario della società è ancora piuttosto complicato» ha ricordato l’amministratore delegato, Maurizio Scanavino. Un riassunto chiaro che fa capire come la rinascita debba per forza essere imperniata su una gestione sostenibile. Concetto che si traduce nella riduzione di costi e monte ingaggi - e in questo senso rientrano gli addii di Di Maria e Paredes e ai loro stipendi decisamente elevati -, sfoltimento della rosa, valorizzazione dei giovani che stanno crescendo (nella Next Gen in primis ma anche in Primavera) e attuazione di un mercato il più possibile in autofinanziamento.  

Vlahovic, Chiesa e Szczesny le cessioni eccellenti

Autofinanziamento fa rima con cessioni. Quelle eccellenti, rese necessarie appunto dalla mancanza della Champions l’anno prossimo, hanno come identikit Vlahovic (piace a mezza Europa ma serve un’offerta da almeno 80 milioni), Chiesa, pronto a valutare proposte dopo un’annata difficile, e magari Szczesny. E poi ci sono coloro che rientrano dai prestiti ma non sono nei piani, vale a dire i vari Kulusevski, McKennie, Zakaria, Arthur. Tutti torneranno alla Continassa ma solo di passaggio, dopo che non sono stati riscattati dai rispettivi club facendo sfumare 140 milioni di potenziali introiti. Per Kulusevski resta comunque viva la pista Tottenham, ma gli Spurs chiedono uno sconto rispetto ai 35 milioni pattuiti. McKennie, retrocesso con il Leeds, è diviso tra Premier League e Bundesliga - la Juve continua a chiedere 30 milioni -, così come Zakaria, dal quale la Juve punta a ricavare 20 milioni. E poi c’è Arthur, una meteora al Liverpool, che piace al Galatasaray. Altre pedine di scambio possono essere poi De Winter, Luca Pellegrini, Ranocchia, Nicolussi Caviglia: pure loro potranno garantire una parte del tesoretto necessario per finanziare il mercato in entrata.  

Via alla linea verde con Huijsen e Yildiz

In questo scenario, tra le linee guida sempre più necessarie c’è la valorizzazione dei giovani. I talenti prodotti in casa e fatti crescere nella Next Gen - i vari Miretti, Fagioli, Soulé, Iling-Junior, Barrenechea, Barbieri - sono stati la nota lieta di una stagione da dimenticare. Ora l’indirizzo è chiaro: la volontà è di lanciare altri 4-5 ragazzi in prima squadra il prossimo anno e gli indizi portano ai gioiellini Huijsen e Yildiz e all’azzurro Turicchia, protagonista in questi giorni al Mondiale Under 20. I nuovi talenti verranno testati con tutta probabilità nella tournée estiva negli Stati Uniti, in modo da iniziare il percorso tra i grandi. Il futuro è adesso. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA