Segnali di nuova, vera Juve. E Vlahovic non si tocca

La vittoria bianconera n. 250 di Allegri coincide con il beneaugurante successo di Udine. Chiesa, Dusan, Rabiot e Szczesny i punti fermi di una squadra finalmente più aggressiva e determinata. Cambiaso novità
Xavier Jacobelli
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I primi quarantacinque minuti di Udine sono il paradigma di ciò che la Juve dovrà fare sempre, per risultare nuova e vera. Chiesa, Vlahovic e Rabiot a segno in sequenza, squadra aggressiva e determinata, gioco finalmente incline a quelle verticalizzazioni invocate, ma raramente mostrate in passato, condizione atletica generale già a buon punto. La rabbia agonistica di Chiesa e Vlahovic dopo le segnature e l'impegno che hanno profuso per ribadire quanto tengano alla maglia; il centrocampista francese punto di riferimento assoluto della manovra; l'energia che, complessivamente, hanno saputo assicurare i ragazzi chiamati in causa da Allegri: la sua vittoria bianconera n.250 non poteva coincidere con un successo più rotondo e beneaugurante.

Vlahovic-Chiesa, la coppia funziona

Ripartendo da Udine, la Juve ha imboccato la strada giusta, forte anche di Cambiaso, gran bella novità, personalità spiccata, intraprendenza davvero rimarchevole, considerato che era al debutto bianconero. Miretti, Fagioli, Iling, Weah, lo stesso Yildiz: i giovani ci sono e vanno valorizzati sempre di più. Rassicuranti sono le dichiarazioni di Giuntoli sul futuro di Chiesa e Vlahovic i quali dimostrano sul campo quanto siano ineludibili dal progetto tecnico architettato per la nuova stagione. Con tutto il rispetto, Lukaku può restare dov'è o andare dove gli pare, non a Torino. Chiunque alla Continassa abbia meditato o mediti tuttora di rinunciare a Chiesa e a Vlahovic, va fuori strada. Il mercato chiuderà il primo settembre: che la Juve non cada in tentazione. Vada avanti così.


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