Juve, il migliore attacco è la difesa

Leggi il commento alla vittoria dei bianconeri contro il Cagliari grazie ai gol di Bremer e Rugani, due difensori
Juve, il migliore attacco è la difesa© Getty Images
Alberto Polverosi
4 min

Può darsi che abbia ragione Allegri quando, rispondendo a Pioli, dice che l’assenza delle coppe non incide sul cammino in campionato. Ieri però non è andata proprio così. Anzi, è andata esattamente in modo opposto. La Juventus ha vinto nel secondo tempo, quando ha alzato il ritmo, aumentato l’intensità e spinto indietro il Cagliari perché aveva le energie sufficienti per farlo. Ha vinto schierando la stessa formazione di Firenze, escluso lo squalificato Rabiot: una settimana intera per prepararsi e l’effetto si è visto. Qualche ora prima, a Lecce, il Milan era crollato nel secondo tempo, sul 2-0 è stato ripreso sul 2-2. Certe fatiche si pagano.

La difesa come miglior attacco

Si dovrebbe pagare anche l’assenza di campioni, di risolutori definitivi, invece a Torino non è successo. Allegri non ha Lautaro che non smette di segnare e allora deve arrangiarsi con i difensori. Stavolta hanno segnato Bremer e Rugani su una punizione e un calcio d’angolo di Kostic. Il massimo dell’allegrismo. Poi la rete di Dossena ha reso ancora più particolare questa partita: i tre gol sono arrivati da tre difensori centrali su tre situazioni di gioco da fermo. Sta diventando un classico per i bianconeri, se guardiamo i nomi degli ultimi marcatori troviamo Rugani, Bremer, Miretti, Cambiaso, Locatelli e Gatti, poi due volte Milik che, dei quattro attaccanti bianconeri, è quello che gioca meno. Per la Juventus può essere anche una virtù, del resto si dice spesso che il miglior attacco è la difesa. In realtà Vlahovic, Chiesa e Kean, ormai titolare fisso da oltre un mese, devono svegliarsi se davvero pensano di poter lottare con l’Inter per uno scudetto che, pesando la differente qualità delle due squadre, sembra davvero un sogno.

La difesa della Juve

La Juve è una squadra particolare, chiaramente imperfetta da metà campo in su, ma con una difesa d’acciaio. Il trio Gatti-Bremer-Rugani non sfiorerà mai il livello di Barzagli-Bonucci-Chiellini, come del resto tutta la Juve attuale non raggiungerà mai la qualità della prima Juve di Max, però anche questa è forte dentro. Se la Juve dei cinque scudetti era consapevole dei suoi enormi pregi, questa è altrettanto consapevole dei suoi evidenti limiti. E ci gioca sopra. Così la difesa diventa una garanzia, ha preso 7 gol in 12 partite, ma solo uno (quello di ieri) nelle ultime sette.

La serata del Milan

La compattezza, la forza interiore, la concretezza e la solidità l’hanno portata di nuovo, e almeno per 24 ore, in testa al campionato, da dove invece si è allontanato il Milan. La fantastica serata milanese e milanista contro il Psg ha presentato il conto ieri pomeriggio al Lecce: da 2-0 a 2-2, col rischio di prendere il 3-2 per due volte, prima col palo di Sansone, poi con la rete annullata a Piccoli. Un conto ancora più salato con l’infortunio di Leao dopo pochi minuti (era stato stratosferico davanti al Psg), gli errori disastrosi di Musah e un cedimento, quasi un crollo, di tutta la squadra nel secondo tempo. Sarebbe però ingiusto, oltre che ingeneroso, attribuire ogni colpa al Milan, ingiusto e ingeneroso nei confronti di uno splendido Lecce e del suo allenatore che ha ribaltato la partita con le sostituzioni: gol, assist e palo di Sansone; assist di Blin; gol (annullato al var) di Piccoli; prestazione eccellente di Gonzalez tutti entrati nella ripresa. D’Aversa si è travestito da Ranieri, i maghi delle sostituzioni. 


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