Pogba, la Juve e la squalifica doping: cosa succede ora. Tutti gli scenari

Il calciatore può fare ricorso alla Corte Nazionale e poi al Tas di Losanna, il club è rimasto fuori dal procedimento
Giorgio Marota
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Quattro anni di squalifica per la positività ai metaboliti del testosterone, a partire dall'11 settembre 2023 e da scontare fino al 10 settembre 2027. L'avventura nel calcio di Paul Pogba rischia di essere arrivata ai titoli di coda dopo la sentenza del tribunale nazionale antidoping: il calciatore era stato sospeso dallo stesso tribunale, in attesa del processo che si è svolto in gran segreto a Roma, proprio l'11 settembre in seguito ai controlli effettuati al termine di Udinese-Juve del 20 agosto. 

Il possibile ricorso

E ora? Che succede? Pogba può ricorrere alla Corte Nazionale antidoping in appello e in terzo grado al Tas di Losanna. Quasi certamente Paul e i suoi avvocati lo faranno se l'alternativa è arrendersi e accettare di appendere gli scarpini al chiodo. Ma si tratta di un percorso complicato e piuttosto lungo, che rischia comunque di veder andare in frantumi la carriera del campione del mondo tornato alla Juve nel 2022.

Juve, cosa rischia

La Juventus è rimasta fuori da questo procedimento e non rischia nulla in termini di responsabilità oggettiva per la violazione del singolo atleta. Le questioni doping sono infatti strettamente personali e dell'assunzione di qualsiasi sostanza - in questo caso il testosterone - risponde soltanto l'atleta, a meno che non venga dimostrato il coinvolgimento di componenti dello staff del club (ad esempio i medici), fattispecie esclusa durante questo processo.

L'accusa, il no al patteggiamento e l'iter

Pogba è accusato di aver violato gli articoli 2.1 e 2.2 del codice Wada, l'antidoping mondiale, ha richiesto le controanalisi contestando il primo esame al laboratorio antidoping dell'Acqua Acetosa, a Roma, e ha rifiutato una richiesta di patteggiamento di 2 anni, ritenuta dal francese l'anticamera del ritiro. Pogba si è sempre dichiarato innocente, i suoi legali hanno sposato fin dal principio la tesi dell'assunzione inconsapevole (durante l'estate, mentre Pogba era in vacanza negli Stati Uniti) e hanno sperato di cavarsela con un anno di stop al massimo. La richiesta della procura nazionale invece è stata accolta in pieno.


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