Allegri aspetta la Juve: il futuro tra rinnovo di contratto e addio

Il tecnico bianconero: "Quando i dirigenti decideranno, me lo faranno sapere. Ho un accordo fino al 2025"
Filippo Bonsignore
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TORINO - Il presente è la Champions League, il futuro rimane un rebus. Le due cose, peraltro, sono strettamente collegate perché dal ritorno nella coppa regina dipende il rilancio tecnico ed economico della società ma Massimiliano Allegri resta concentrato sugli obiettivi del campo e separa il proprio destino da quello della squadra. «Con la società non abbiamo ancora parlato di futuro, deve essere ben chiaro a tutti - precisa -. Ho ancora un anno di contratto e credo che la cosa più importante sia finire al meglio la stagione perché abbiamo degli obiettivi da raggiungere. Poi quando i dirigenti avranno deciso quale sarà il futuro della Juve me lo faranno sapere». Il tecnico butta quindi la palla nel campo del club e lascia tutto in sospeso. Il suo contratto scadrà nel 2025 ma la questione dovrà essere necessariamente risolta nei prossimi mesi, in un senso o in un altro, perché non è pensabile che la Juve si affacci alla prossima con un allenatore a termine. Sarà la dirigenza, quindi, a sciogliere il nodo: rinnovo o addio? Gli sviluppi sono attesi a partire dalla primavera quando sarà più chiaro il destino sportivo della Signora. Non appena si avrà la certezza aritmetica del ritorno in Champions, si potrà pensare alla programmazione e a risolvere anche definire anche il tema panchina. L’agente di Max, Giovanni Branchini, intanto non usa giri di parole: «Resterà? Penso di sì - dice in un intervento a Radio Deejay -. Mandarlo via è sempre possibile, vedremo quali saranno le idee della Juve, ma ha un contratto e ha dimostrato il suo legame con il club. Di solito si cambia un allenatore quando non si è soddisfatti. Voglio vedere come potrebbero non essere soddisfatti, ma con questa proprietà può succedere di tutto». 

Juve meno 13

Allegri, nel frattempo, guarda soltanto al presente, ovvero al Napoli, e all’obiettivo prioritario della stagione. «Abbiamo 57 punti, ne servono ancora 13 perché credo la quota Champions sia a 70 punti, quindi quattro vittorie e un pari». L’asticella è chiara, quindi, ma è necessaria la vera Juve, quella capace di salire fino in testa alla classifica con una straordinaria cavalcata, per uscire definitivamente dalla crisi e affrontare il complesso trittico Napoli-Atalanta-Genoa prima della sosta. «Abbiamo vissuto un periodo difficile, non è stato un bel febbraio - conferma Max -. Abbiamo vinto soltanto con il Frosinone in una partita in cui abbiamo subito due gol evitabili. Abbiamo incassato 7 gol nelle ultime cinque partite, quattro nelle ultime due: è una cosa che dobbiamo mettere a posto come squadra altrimenti da Napoli veniamo via con le ossa rotte». C’è da cancellare il rovescio (1-5) della scorsa stagione ma c’è pure da ritrovare una vittoria che, lontano dallo Stadium, manca dal 21 gennaio a Lecce e in casa dei campioni d’Italia non arriva da cinque anni esatti. Scherzi del calendario, l’ultimo successo è datato 3 marzo 2019. «Dobbiamo fare di tutto per arrivare secondi - sottolinea l’allenatore bianconero -: sarebbe un ottimo risultato perché andremmo a migliorare la classifica dell’anno scorso. Adesso avremo tanti scontri diretti e dobbiamo fare punti importanti per giocare la Champions il prossimo anno perché sarebbe un valore aggiunto tecnico ed economico per la società. Con il Napoli sarà difficile perché per il valore tecnico della rosa è anomalo vederlo in quella posizione di classifica. Il ritorno di Osimhen ha ridato loro certezze, ci vorrà una grande prestazione ma ho fiducia nei ragazzi». Juve e Napoli sono in corsa anche per un posto al Mondiale per club del 2025 e il presidente De Laurentiis ha acceso lo scontro dicendo che i bianconeri dovrebbero essere esclusi perché squalificati quest’anno dalle coppe. Allegri va oltre: «Non commento queste parole, so solo che per andare al Mondiale dipendiamo dai risultati degli altri».  


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