Allegri ha una missione: fissare un record

Il tecnico della Juve punta un trofeo per non restare a secco nella sua gestione bis: tutti i dettagli
Allegri ha una missione: fissare un record© L.Canu
Filippo Bonsignore
4 min

L'ultima festa prima di lasciarsi. Allegri vuole chiudere in bellezza la sua seconda vita in bianconero e regalarsi un trofeo che darebbe tutto un altro sapore a una stagione che ha cambiato repentinamente volto. Il sogno scudetto, parola che peraltro non ha mai fatto parte del vocabolario del tecnico, ha lasciato spazio a una crisi inattesa per dimensioni e durata, tanto che la fine del tunnel non si vede. La Juve ha accarezzato l’idea di scrivere una impresa tricolore impensabile a inizio stagione, si è arrampicata fino al primo posto in classifica ma poi è crollata clamorosamente. È iniziata una caduta libera che nulla riesce ad arrestare, non gli sporadici successi in campionato, solo due nelle ultime dodici gare; forse potrebbe riuscirci la Coppa Italia, se domani i bianconeri riusciranno a centrare la finale. Si parte dal 2-0 dell’andata firmato da Vlahovic e Chiesa ed è già un buon inizio ma la Juve di questi tempi è talmente ondivaga e altalenante da non far dormire sonni tranquilli neppure con una dote del genere che, in tempi normali, rappresenterebbe uno scudo rassicurante.

Allegri punta un record: vuole la quinta Coppa Italia

La coppa diventa quindi scialuppa di salvataggio per Massimiliano Allegri e la Signora, per dare un senso a questa annata diventata improvvisamente tormentata prima di dirsi addio. Max vuole chiudere con il sorriso e aggiungere all’obiettivo minimo e imprescindibile della qualificazione alla prossima Champions League anche la vittoria di un titolo. La Juve è a digiuno ormai da due stagioni: l’ultima festa risale al 19 maggio 2021 con Pirlo in panchina ed era sempre Coppa Italia, alzata al cielo di Reggio Emilia dopo aver superato l’Atalanta. Sono trascorsi quasi tre anni e i bianconeri non hanno fatto progressi, anzi. Il triennio di Allegri non è stato foriero di sorrisi e, al netto dello tsunami giudiziario della scorsa stagione - dove Max ha avuto il merito di governare la nave nel mare in tempesta - si è trascinato all’insegna del basso profilo e della involuzione. Eppure l’annata in corso era stata esaltante e allo stesso tempo sorprendente fino a quel 21 gennaio quando, vincendo a Lecce, i bianconeri avevano effettuato il sorpasso in classifica sull’Inter. Dopo tutto è inspiegabilmente precipitato e di quella Juve non c’è più nemmeno l’ombra. Il riassunto racconta che nelle successive partite, la Signora ha mantenuto un passo da retrocessione: 12 punti, uno a match. In tutto sono 18 nelle 14 gare del di ritorno; numeri che non si addicono ai bianconeri. Ecco perché, oltre a benedire il ranking Uefa che ha regalato il quinto posto in Champions alle squadre italiane e avvicinato la Signora al traguardo della qualificazione, la Coppa Italia diventa così importante. Alzare il trofeo significherebbe per Allegri scrivere un nuovo record: diventerebbe l’allenatore più vincente in Coppa Italia con cinque successi, staccando Roberto Mancini e Sven Goran Eriksson che lo affiancano ora a quota 4. E servirebbe ai bianconeri per ritrovare il feeling con le vittorie e mettere una prima pietra per il futuro. È chiaro infatti che l’idea della Continassa sia di cambiare e di scegliere un nuovo timoniere per aprire un nuovo ciclo. Max però vuole chiudere alla sua maniera, con una vittoria. Ci sono la Lazio e una semifinale di ritorno tra la Juve e la finale e la possibilità di non chiudere il triennio senza titoli.


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