Juve, che succede con gli attaccanti? Tutto sulla crisi di Vlahovic e Kolo e chi può arrivare  

Vlahovic è tornato a fare il titolare  ma senza incidere, Kolo è sparito  David a giugno resta più di un’idea
Juve, che succede con gli attaccanti? Tutto sulla crisi di Vlahovic e Kolo e chi può arrivare
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Giorgio Marota
5 min

Il male di stagione della Signora resta l’allergia al gol. Non l’ha curata neppure Tudor con la terapia d’urto: sono stati solo 47 in 31 partite di campionato ed è il secondo peggior rendimento tra le prime 9 della classifica. Nella fioritura della novità tecnica e della proposta di un calcio più verticale, che predilige il pressing alto all’attesa bassa, le punte continuano a faticare. Eppure i rifornimenti adesso arrivano con maggiore frequenza e l’intensità del gioco apre spazi che prima si faticavano a trovare. Perché, dunque, Vlahovic e Kolo Muani stanno continuando a vivere due crisi di astinenza?

Il dualismo

Le risposte possono essere molteplici: dallo stato di forma non particolarmente brillante dei singoli alla loro generosità che fa sprecare, ed è il caso specifico di Vlahovic, energie preziose per mantenere la lucidità sotto porta. Partiamo proprio da Dusan. Al serbo Tudor ha voluto dare fiducia dopo le scelte drastiche di Motta: così è diventato il centravanti titolare nell’ambito di una gerarchia completamente ribaltata. Tra Genoa e Roma Vlahovic ha tirato però solo una volta in porta, da punizione al limite dell’area, con il pallone finito comodamente tra le braccia di Svilar. In un altro paio di circostanze è incespicato sul pallone. Nei 90’ contro il Grifone e negli altri 68’ con i giallorossi si è comunque battuto come un leone, sfidando corpo a corpo tutti i difensori e giocando spesso di sponda con i compagni. Tudor, non a caso, lo ha premiato a parole: «Per l’impegno che mette, lui è da dieci. Kolo Muani? È molto forte, ma non è il solo a esserlo». Contro la Roma il francese è stato sganciato negli ultimi 22 minuti: un ingresso senza infamia e senza lode.

La crisi

E pensare che per Motta Kolo era imprescindibile, a differenza di Vlahovic, con il quale il rapporto si era logorato a causa delle ripetute esclusioni (senza spiegazioni) dopo la richiesta di enormi sacrifici nel momento in cui, visto il calvario di Milik, mancavano alternative in attacco. Il suo merito? Non arrendersi mai e non fare mai polemiche. Nell’unico match giocato da titolare con Thiago dall’arrivo di Kolo Muani, Vlahovic ha infatti segnato il gol vittoria (1-0 a Cagliari) senza battere ciglio. L’ex Psg, dal canto suo, era partito col turbo: 5 centri nelle prime 3 presenze, il primo a riuscirci in A da quando la vittoria vale tre punti. Kolo, però, si è spento come un fuoco sotto la pioggia, restando a secco nelle successive 10 gare. Con Vlahovic che somiglia a un gigante addormentato e Muani che pare essere finito in letargo, i dirigenti della Juve hanno cominciato a interrogarsi sul futuro.

L'idea David

L’opportunità che offre il mercato si chiama Jonathan David, poderoso attaccante del Lilla che, pur avendo rallentato un po’ in questo 2025 (in Ligue1 solo 3 centri), in stagione ha già raggiunto 23 gol e 10 assist. David a giugno si libera a parametro zero, anche se chiede almeno 7 milioni netti annui di stipendio, altri 10 alla firma e 5-6 di commissioni per l’entourage. Se avesse un contratto, però, forse non basterebbero 60 milioni per comprare il suo cartellino; tutto sommato, potrebbe anche diventare un investimento. Il problema, semmai, è la concorrenza: lo cercano tutte le big della Premier e anche Bayern e Barcellona. Con Giuntoli però ci sarebbero già stati diversi contatti, in tempi non sospetti. Anche perché il dt sa da tempo che i casi Vlahovic e Kolo Muani avrebbero presentato il conto: il primo ha l’accordo in scadenza nel 2026 e non intende accettare una proposta al ribasso rispetto ai 22 milioni lordi guadagnati (l’altra strada è la cessione), il secondo andrebbe riscattato per una cifra vicina ai 50 milioni, rinegoziando come alternativa un nuovo prestito. I loro numeri attuali, però, stonano con certe cifre. E così si è già aperta la lunga stagione delle riflessioni su un reparto al quale serve, soprattutto al Mondiale per Club, un vero riferimento.

 

 

 


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