Lazio, gestione Lotito: è il sesto anno senza Europa

Una sola partecipazione alla Champions e la media del settimo posto in Serie A per il patron biancoceleste
Lazio, gestione Lotito: è il sesto anno senza Europa© Getty Images
Fabrizio Patania
4 min

ROMA - Dodici anni di gestione, tre trofei, tante contestazioni, pochi tifosi. «Cambio la Lazio» aveva annunciato Lotito il 9 maggio, nel giorno del suo compleanno. Come e in che direzione non è ancora chiaro, considerando quanto si sta trascinando la scelta del nuovo allenatore, che poi sarebbe il cardine di un progetto.

Certo una svolta e una sterzata sarebbero necessarie. Il trend sinora non è stato entusiasmante e dopo l’emozione del terzo posto la Lazio è ricaduta all’ottavo e ha chiuso il campionato con Simone Inzaghi dopo l’esonero di Pioli. Nel 2013 si era bruciato in fretta Petkovic, l’eroe della Coppa Italia vinta in finale con la Roma. Si era promesso alla Svizzera, un divorzio lacerante e finito nelle aule dei tribunali, vertenza nata nei giorni in cui Lotito aveva deciso di richiamare Reja. Il totale fa quattro allenatori diversi nelle ultime tre stagioni sportive. Un dato in controtendenza rispetto al precedente cammino. Un anno buono e un altro cattivo. Non ha avuto continuità la Lazio perché non sono riuscita a trovarla i suoi allenatori, questa è la verità.
Come e perché Petkovic (un idolo dopo il 26 maggio) e Pioli (un idolo dopo il terzo posto e la notte con diecimila tifosi a Formello) si siano bruciati così in fretta dovranno capirlo in società. E le riflessioni attuali su quale strada prendere per il futuro quasi certamente vertono sulla necessità di impostare un ciclo duraturo, superare le difficoltà che spesso hanno attraversato lo spogliatoio della Lazio, dare una nuova mentalità.

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MEDIA - Il passato dovrebbe servire per migliorare, per non ripetere i soliti errori. Dopo l’epoca Rossi (tre qualificazioni europee e la Coppa Italia tra il 2005 e il 2009), Reja è stato l’unico a trovare continuità di risultati e di rendimento. Aveva costruito la Lazio di Hernanes e Klose, era arrivato a un soffio dalla Champions per due anni di fila, chiese e lanciò un talento come Candreva, venne eliminato ai sedicesimi di Europa League (2011) dall’Atletico Madrid di Simeone che iniziava all’epoca un percorso verso la gloria, tornò all’inizio del 2014 per salvare la Lazio e aiutare la società a ricostruire.

Petkovic aveva sfruttato e portato avanti il suo lavoro, Pioli si ritrovò una squadra fatta o quasi con gli innesti di Basta, Parolo, De Vrij, Djordjevic che erano stati pensati tra inverno e primavera, quando Edy era ancora a Formello. Lotito lo ha spesso rimpianto, ora si trova al bivio e deve scegliere come venirne fuori. Si apre tra un mese la tredicesima stagione sportiva della sua gestione alla Lazio. In dodici anni ha tenuto la media del settimo posto in campionato. Una sola partecipazione alla Champions e per la sesta volta non avrà da affrontare durante l’anno gli impegni europei. Due sole competizioni: campionato e Coppa Italia con l’obiettivo di risalire la classifica, tornare in Europa e dare continuità al nuovo ciclo. Il popolo biancoceleste gli chiede di tornare stabilmente tra i primi posti.

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