ROMA - Via le mèches, in testa solo la Lazio. Ha cambiato look, non le ambizioni: Mario Gila ricarica le batterie con la voglia di chi non si accontenta. L'approccio alla Serie A, tutto sommato, non è stato da buttare. Classe 2000, 22 anni compiuti il 29 agosto quando era già cominciato il campionato: prelevato dal Real Madrid Castilla, prima di arrivare in Italia aveva giocato nella terza serie spagnola (salvo 2 presenze agli ordini di Ancelotti). Un aspetto che Sarri ha voluto sottolineare più di una volta in conferenza per non caricarlo di responsabilità immediate. Però le aspettative, pensando al club di provenienza, non possono che essere alte. Lo spazio maggiore l'ha trovato in Europa League: titolare nelle prime 5 partite del girone, poi escluso nella sfida decisiva con il Feyenoord in Olanda. La Lazio, purtroppo, non ha evitato la sconfitta chiudendo al terzo posto il Gruppo F e retrocedendo in Conference League. Una competizione in cui ora spera di continuare a trovare spazio per accelerare il personale percorso di crescita.
Lazio, tra Sarri e Luis Alberto convivenza forzata
Potenziale
Gila ha mostrato velocità e cattiveria, doti in marcatura da sgrezzare come l'intesa coi compagni. Qualche leggerezza l'ha commessa, soprattutto in casa con il Midtjylland, passaggio in orizzontale sbagliato che era costato il vantaggio provvisorio dei danesi. Restano comunque le sensazioni di un ragazzo con un potenziale niente male, da plasmare e indirizzare dal punto di vista tattico. Deve sincronizzare i movimenti di reparto, lavorare con Sarri può soltanto farlo migliorare. «È giovane, non è stato presentato nella maniera giusta. È come comprare un giocatore della Juventus under 23 e presentarlo come uno della Juve. Sta comunque facendo un percorso meraviglioso, ha personalità e tante qualità, anche tecniche», aveva detto l'allenatore alla vigilia della sfida in trasferta con lo Sturm Graz.
Spazio
Il giorno dopo gli consegnò una maglia dal primo minuto e la Lazio tornò a casa con un punto grazie al sofferto clean-sheet. Fu anche merito suo. In campionato, al contrario, non ha ancora esordito da titolare: 4 presenze in corsa contro Sampdoria, Cremonese, Spezia e Juventus. Tempo al tempo, ha scommesso su se stesso quanto il ds Tare in estate. «Vengo a Roma per dimostrare, voglio ringraziare il presidente, il direttore sportivo e il tecnico che mi hanno voluto», le parole pronunciate in sala stampa il giorno della presentazione a Formello.
Obiettivi
L'altro passaggio aveva rievocato idoli biancocelesti: «In Italia c'è un’attenzione diversa per la tattica. Il mio modello è Nesta, un riferimento per questo club e per tutti i difensori centrali. È ineguagliabile, lo so, mi ispiro a lui». La personalità, al di là delle sbavature, l'ha ribadita in campo nelle occasioni ricevute. Dopo la partita con la Juve ha trovato la soddisfazione della convocazione della Spagna under 21, il ct De La Fuente l'aveva già chiamato nel giro delle partite disputate a settembre: in totale 3 apparizioni contro i pari età di Norvegia, Romania e Giappone. Negli ultimi giorni ha mostrato sui social il nuovo taglio di capelli: quasi rasato, sguardo concentrato, niente più mèches. Solo la Lazio in testa.