Sarri cambia a fatica la Lazio: sostituzioni al minimo

Ventuno giocatori utilizzati in campionato, dieci sono sotto la soglia dei 1000 minuti: la gestione della rosa fa discutere
Sarri cambia a fatica la Lazio: sostituzioni al minimo© BARTOLETTI
Daniele Rindone
3 min

ROMA - Soluzione o problema? La panchina della Lazio, dopo il restyling estivo, continua ad essere un dilemma sostanziale. Sarri ha utilizzato 21 giocatori in campionato considerando i 6 minuti di Maximiano con il Bologna e aspettando l’esordio di Pellegrini. C’è chi ha giocato molto di più, chi molto di meno, chi è salito e chi è sceso. Ventuno giocatori, meno di tutti. Mau ha voluto e gli è stata affidata una rosa misurata, coperta con doppi ruoli almeno numericamente. Tutti gli altri allenatori stanno attingendo da un organico più ampio, sfruttano ogni risorsa per affrontare una stagione stramba, inframezzata dal Mondiale. Nel raggio delle big si segnalano i 23 giocatori utilizzati da Inzaghi, i 24 da Spalletti e Gasperini, i 26 di Allegri, i 27 del Milan. Tra i 21 giocatori di Sarri emergono grosse differenze di minutaggio. In cinque superano i 1600 minuti, solo la Roma fa segnalare la stessa curiosità. A parte Provedel (1882’) nella lista della Lazio ci sono Marusic (1830’), Romagnoli (1735’), Milinkovic (1661’) e Felipe Anderson (1637’). Sotto i 1000 minuti ci sono 10 giocatori: Luis Alberto, Vecino, Patric, Hysaj, Basic, Marcos Antonio, Cancellieri, Romero, Gila e Maximiano.

Le sostituzioni

E’ peggiorato il dato relativo al numero di sostituzioni effettuate da Sarri. Fino alla scorsa settimana se ne contavano 87, con i soli ingressi di Vecino e Felipe Anderson a Verona la quota è salita a 89. Solo Juric ha cambiato di meno in 21 giornate, per il Torino sono stati registrati 87 cambi. Sarri è penultimo per numero di sostituzioni. A Verona non ha sfruttato i tre bonus rimasti il che ha fatto scalpore. Mau se l’è cavata con questa spiegazione: «Con l’ingresso di Vecino a livello di fisicità avevamo messo a posto la partita, a Luis Alberto non volevo rinunciare perché mi poteva far uscire da qualche pressione. Non volevo andare oltre, la squadra fisicamente ha retto bene e nel finale mi è sembrata nettamente in crescita». In panchina c’erano Lazzari, Patric, Pellegrini, Gila, Basic, Marcos Antonio, Cancellieri e Romero. Lazzari, Cancellieri e Romero avrebbero potuto garantire un cambio di passo. Sarri è noto per puntare su 12-13 giocatori, è dai tempi di Napoli che la sua concezione calcistica, per quanto visionaria, ha una visione ristretta dell’impiego di uomini. «Con 18 persone si può fare un colpo di Stato», era la citazione più in voga nei primi anni azzurri. Ma l’esercito su cui puntava in campionato era ridotto di 4-5 unità. Sarri non è mai stato alternanzistico, non si smentisce né si scopre oggi. Il suo calcio gioia e rivoluzione non è mai cambiato e non cambierà. Di strano c’è sicuramente che nell’anno del ringiovanimento molti baby non stiano trovando spazio e che a Verona abbia giocato la Lazio con l’età media maggiore (oltre 29 anni anche per la presenza di Pedro). E’ il paradosso a cui restano impigliate le strategie di mercato decise in estate. Concordate, ribattono da Formello. Forse Sarri non troppo convintamente pensava che Cancellieri potesse fare da vice Ciro o comunque esplodere e che Marcos Antonio sarebbe andato bene senza un Ilic.


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