Sarri, tridente in apnea da Bologna al derby

Il tecnico della Lazio spera che il trio regga fino alla sosta: il recupero di Immobile è impossibile
Sarri, tridente in apnea da Bologna al derby© ANSA
Daniele Rindone
4 min

ROMA - Questi siamo. Pedro, Felipe, Zaccagni. E questi saremo. Il blocco tridente è condannato a giocare in apnea contro Bologna, AZ e derby a meno che Sarri non decida di alternarli con i panchinari Cancellieri e Romero, non contemplati sulla lavagna. Oserà l’inosabile? Pedro, Felipe e Zaccagni se li tiene stretti, spera che reggano fino alla pausa, che sopportino il carico di partite e pressioni. L’unica occasione per risparmiarne qualcuno è la Conference, ma l’1-2 degli olandesi costringerà la Lazio a giocarsela al massimo nel match di ritorno. A parole si può fare, nei fatti chissà.

La filosofia

Mau su certi aspetti è di coccio, non si scopre oggi. E’ il primo a lamentarsi del fatto che spesso viene giudicato attraverso luoghi comuni, è pur vero che di sorprese ne ha fatte poche quest’anno, soprattutto in attacco. Deve sperare che il blocco tridente resti integro fino al 19 marzo, giorno di Lazio-Roma. Il recupero di Ciro ad oggi non è contemplato prima della sosta e Mau non vede soluzioni differenti per tentare un triplo assalto tra domani, giovedì e domenica 19. Pedro, anche per via dell’infortunio al naso e ad una mano, è riuscito a gestirlo risparmiandogli partite e minutaggio (ha giocato contro Salernitana e Samp, a Napoli è entrato in corsa, con l’AZ è uscito dopo 70 minuti). Felipe? Neanche a dirlo. Martedì ha giocato l’85ª partita su 85, tutte quelle con Sarri in panchina. Dal 21 agosto 2021, giorno dell’esordio di Mau, nessun giocatore ha disputato più gare del brasiliano nei 5 campionati top europei (63). Che gli dei laziali lo preservino. Zaccagni era entrato nel finale contro la Samp, ha giocato contro Napoli e AZ. Aveva saltato la doppia trasferta Salerno-Cluj per la squalifica e problemi fisici. Cos’altro può inventarsi Sarri? Poco o niente. L’unica cosa che immagina di fare è organizzare staffette in corsa. I piani saranno più chiari in corso d’opera, il tecnico lo ripete sempre: «Non si possono fare programmi, rischiano di saltare per infortuni e squalifiche». A questo punto della stagione, in piena corsa, di nuovo senza Immobile, tocca anche a Sarri provare a incidere sui limiti, essere meno settario. La questione non è più legata a ciò che è stato o non è stato fatto da chicchessia. E’ legata a ciò che c’è da fare, ai traguardi da raggiungere.

I numeri

Mau, pensando all’attacco ridotto allo stretto necessario, si consola ricordando che 26 dei 41 gol segnati dalla Lazio in campionato sono arrivati da Felipe (6), Pedro (3), Zaccagni (8), Luis Alberto (5) e Milinkovic (4). E’ il 63% della produzione offensiva. S’aspetta contributi da tutti a partire da Bologna e più precisione sotto porta. Si sta segnando di meno da fine gennaio, si contano più fumogeni sparati male che tiri calciati bene. Al Dall’Ara negli ultimi due anni è andata male, i padroni di casa hanno vinto le ultime due gare interne dopo una serie di otto partite casalinghe di fila senza successi (4 pareggi, 4 sconfitte). E’ dal triennio 1976-1979 che il Bologna non supera i due successi consecutivi contro i biancocelesti (cinque in quel caso). Non solo hanno vinto i rossoblù, non hanno neppure beccato gol nei due precedenti vincenti (doppio clean sheet). Sarri di una cosa è certo, una reazione ci sarà. E’ tipico della Lazio ballerina. Mau, dopo Napoli, non s’era fatto prendere la mano dai brindisi, aveva ordinato ai suoi di dimenticare l’impresa. Mau, dopo l’AZ, ha ordinato ai suoi di dimenticare l’ennesimo stop. La Lazio resta in balia di uno strano incantesimo che la incatena, che contribuisce a frustrare le ambizioni e a complicare i traguardi.


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