Lazio, esordio da brividi in Champions: il valore delle rose a confronto

Sarri vuole spianare la strada nel girone e superare la crisi: crash test decisivo
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ROMA - Era destino. L’urna di Nyon si è tuffata nella storia della Lazio, scegliendo un vecchio amico come il Cholo per il nuovo battesimo di Lotito nell’Europa che conta. L’Olimpico riapre alla Champions tre anni dopo le restrizioni provocate dalla pandemia: verrà preso d’assalto da cinquantamila laziali innamorati e forse scossi dall’avvio di stagione tremolante, per non dire distrastroso, della creatura di Sarri. Due stagioni in crescita, attaccando le posizioni di vertice del campionato e salendo dal sesto al secondo posto, per ritrovarsi oggi senza certezze: mancano la solidità difensiva del “blocco squadra” e le capacità penetrative dimostrate in passato da Felipe, Immobile e Zaccagni. Come fermarsi sulla soglia del traguardo tanto atteso e sognato o ripensarci nel giorno del matrimonio. L’appuntamento con l’Atletico Madrid, quindicesimo nel ranking Uefa, all’undicesima partecipazione consecutiva in Champions, due volte finalista con Simeone nel 2014 e nel 2016, cade a proposito. E’ il momento migliore per affrontare i Colchoneros, veri favoriti del girone, feriti dal ko di Valencia, mutilati dalle assenze di Lemar, Koke, Reinildo, Depay, Soyuncu e De Paul. Indovinare la partenza permetterebbe alla Lazio di allontanare l’idea di una crisi di rigetto e prendere lo slancio verso gli ottavi: le competitor Feyenoord e Celtic non sono impossibili.

Crash test

Se la Champions è uno sport diverso (per velocità , intensità di gioco e qualità tecniche) rispetto alla Serie A, l’Atletico Madrid rappresenta un banco di prova attendibile. Sarri riuscì a pareggiare (2-2) al Wanda Metropolitano quattro anni fa al debutto con la Juve e poi a battere il Cholo nel ritorno allo Stadium (1-0) grazie a un gol di Dybala, ma allenava Ronaldo e una batteria di campioni consacrati. Oggi si riaffaccia alla Champions con un altro tipo di squadra, piena di debuttanti o con esperienza limitata a questi livelli: conteranno l’applicazione di movimenti codificati, le distanze ridotte e la copertura della palla. Se saltasse un solo collegamento, sarebbe impossibile frenare fuoriclasse del calibro di Griezmann, utilizzato punta d’appoggio e non a centrocampo come al Mondiale con la Francia, e Morata, il centravanti di progressione che avrebbero voluto Mourinho alla Roma e Inzaghi all’Inter. C’è stata una fase a luglio in cui, prima di catturare Arnautovic, Simone e Marotta avevano tentato Immobile, ma sarebbero serviti 30 milioni per strapparlo a Lotito, incupito dall’addio di Milinkovic. Oggi Ciro, colpito da critiche ingenerose, tornerà su una ribalta in cui si è visto poco e ha sempre colpito in carriera: 9 gol in 15 presenze Champions con Dortmund, Siviglia e Lazio. Andrà innescato dagli assist di Luis Alberto e Kamada, a meno che Guendouzi non venga preferito al giapponese.

Numeri

L’Olimpico applaudirà anche Oblak, Gimenez, Carrasco e Witsel. Secondo le stime di Transfermarkt, la rosa dell’Atletico Madrid vale 424 milioni contro i 284 della Lazio. Cholismo significa ferocia agonistica, contrasto, difesa super. I Colchoneros hanno sempre preso pochissimi gol. Un dato impressiona: 50 clean sheet in 117 partite di Champions, di cui 95 sotto la guida di Simeone, in campo il 14 settembre 1999 all’esordio della Lazio di Cragnotti in Coppa Campioni. Finì 1-1 con il Bayer Leverkusen, Diego entrò in corsa al posto di Veron, Nedved sostituì Mancini e Salas subentrò a Boksic, tanto per sottolineare la ricchezza della panchina. Lotito in estate l’ha migliorata e allungata, ma non così tanto o con i nomi (Berardi, Politano, Zielinski, Kerkez, Torreira) che avrebbe desiderato Sarri per alzare il livello. Sarà la sessantunesima partita nel torneo (preliminari compresi) del club biancoceleste, quarantaduesimo nel ranking Uefa. C’è voglia di tornare a sognare.


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