Lotito-Sarri, tregua Champions per la Lazio

Dopo la vittoria contro l'Atalanta rapporti di nuovo distesi: il presidente soddisfatto della crescita dei nuovi, apprezzata anche da Mau
Daniele Rindone
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ROMA - Finire nell’abbraccio di Lotito e Sarri non dev’essere molto confortante vista la personalistica concezione che hanno della vita e del tutto. Si sono ritrovati loro in un abbraccio calmante dopo Lazio-Atalanta. È stata l’immagine di due uomini uniti e disuniti, passati dal fare coppia allo scambiarsi punzecchiature fino al ritrovarsi. Il finale dell’ultima partita aveva visto loro protagonisti. E da loro si riparte per costruire la rincorsa della Lazio. Che sia Champions o semplicemente europea si vedrà strada facendo. Non è immaginabile una Lazio unita con un presidente e un allenatore che giocano e si punzecchiano da campi opposti. Provocazioni e controprovocazioni, dirette e indirette, trasmesse e non dagli stessi seguaci, hanno fatto da sfondo a tutta l’estate e ai primi due mesi di partite. È conclamata l’idiosincrasia di mercato tra Lotito e Sarri, andava gestita. L’opera diplomatica del diesse Fabiani è stata utile per mediare tra i due, per riuscire a rompere il gelo che aveva avvolto il loro rapporto e a rasserenare l’ambiente. Fabiani è riuscito a riportarli sulla via del buonsenso, a farli parlare e le vittorie contro Celtic e Atalanta, centrate con il contributo degli acquisti estivi, hanno contribuito a favorire la tregua. “Visto Castellanos?”, il senso della battuta di Lotito a Sarri domenica sera. E Sarri non ha potuto non apprezzare la crescita e l’inserimento dei nuovi, da lui favoriti.

Il futuro

Lotito e Mau, per far sì che la Lazio ottenga il meglio possibile da questa stagione partita male, devono ritrovare una giusta corrispondenza. E magari mettersi d’accordo sugli obiettivi. Per Lotito la Lazio è sempre da Champions. Per Sarri non è possibile parlare di obiettivi perché «la rincorsa sarà lunga» e per ora si può solo ambire ad «una posizione europea». Per ora non contempla il quarto posto, vista la classifica. Ma questo non toglie che spingerà la Lazio ad avvicinarlo, a tentare di raggiungerlo. La tregua presidente-allenatore può favorire una rincorsa sorprendente soprattutto se a gennaio si valuterà un intervento di mercato.

I segnali

Sarri può lavorare con qualche nazionale in più in questa sosta, ma è alle prese con lo stop di Immobile. Ha ricevuto risposte da Castellanos e da tutti gli acquisti utilizzati, è questo che lo fa ben sperare: «Dobbiamo arrivare alla versione finale della Lazio in cui i livelli d’energia, di determinazione e di cattiveria agonistica sono quelli visti per larghi tratti con l’Atalanta. Giocando con questa qualità diventa difficile perdere le partite e serve anche un po’ di solidità», aveva detto domenica. Ha elogiato il gruppo salvo redarguirlo su un aspetto: «Dal punto di vista dei valori umani è di grandissimo livello, dal punto di vista delle reazioni mentali possiamo sicuramente migliorare». Alla ripresa Sarri e la Lazio sono attesi da un nuovo mini girone dantesco. Sassuolo fuori, Fiorentina all’Olimpico, Bologna fuori, il derby. In più ci saranno le sfide contro il Feyenoord, in trasferta e in casa, da affrontare per difendere il primato del girone, diviso con l’Atletico Madrid. Tra la fine di ottobre e metà novembre la Lazio si giocherà gran parte del prosieguo della stagione. Deve fare più punti possibili in campionato e provare a restare in corsa in Coppa. Dalla pausa di novembre in poi il calendario sarà un po’ meno arduo, ad eccezione delle partite che precederanno il Natale (Atletico fuori e Inter in casa tra il 13 e il 17 dicembre). Sempre che la Lazio non si metta in difficoltà da sola. A Formello l’ufficio complicazioni è sempre aperto.


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