Lazio, clamoroso Marusic: salva la vita all'agente aggredito con una pistola

La storia del terzino e del suo procuratore che hanno vissuto una notte di terrore a Belgrado
Daniele Rindone
3 min

Adam Marusic sotto shock da terrore. Ha giocato, sfidato e annullato Berardi tenendo dentro la paura provata martedì notte dopo Serbia-Montenegro quando Uros Jankovic, uno dei suoi manager, è stato pestato brutalmente davanti ai suoi occhi. Marusic, stando al racconto di Jankovic riportato dal sito vijesti.me, uno dei più rilevanti in Montenegro, era intervenuto per difenderlo ed è stato minacciato con una pistola puntata contro: «Hanno aggredito me, Marusic, sua moglie e sua madre. Diversi aggressori mi hanno colpito con le pistole alla testa e ad altre parti vitali del corpo. Mi sono rotto lo zigomo e la gamba sinistra. Sono stato trasferito al Centro Clinico di Belgrado, dove sono stato operato». Marusic aveva cenato in un ristorante di Belgrado dopo la partita giocata contro la Serbia, martedì era il suo compleanno, aveva festeggiato i 31 anni con la madre, la moglie, la sorella e Jankovic. All’uscita del locale, altro passaggio del racconto di Jankovic riportato da vijesti.me, l’aggressione: «Siamo stati circondati da diverse auto. Il mio autista ha cercato di allontanarsi, poi è stato investito da un’auto proveniente dalla direzione opposta. Non sono riuscito nemmeno a salire sul veicolo, sono stato aggredito da dietro». Uno degli aggressori, ha spiegato Jankovic nell’intervista, si è rivolto verso Marusic puntando «la pistola in direzione della testa e del petto per evitare che mi aiutasse mentre mi picchiavano brutalmente. Sua madre, una donna di 60 anni, è stata spinta e ferita». 

Le indagini

Jankovic ha accusato due persone dell’aggressione. Ci sarebbero accertamenti in corso su due figli di Zvezdan Terzi?, direttore generale della Stella Rossa di Belgrado, sospettati di aver partecipato alla rissa. «Nei video si vedono chiaramente», è un altro passo dell’intervista dell’agente di Marusic. I fratelli Terzi? sono stati interrogati presso la procura di Belgrado. Si sono dichiarati innocenti. In passato, scrive il sito bnn.network, ci sarebbero stati conflitti tra la famiglia dei sospettati e l’agente. Uros Jankovic, che è anche uno dei manager di Milinkovic, da noi contattato ieri ha voluto ringraziare Marusic per il coraggio: «Adam è un eroe, senza di lui avrei rischiato la vita». Marusic avrebbe tenuto tutto dentro di sé per evitare di condizionare i giorni che hanno preceduto la partita del Mapei. Sarri aveva deciso di piazzarlo a sinistra per frenare Berardi. Adam, con il terrore ancora addosso, si è superato con uno sforzo eroico. 


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