Immobile e la Nazionale, porte ancora aperte: ecco perché

Il bomber della Lazio a casa: scelta tecnica di Spalletti. I criteri del ct: porte aperte, ma deve giocare con regolarità
Immobile e la Nazionale, porte ancora aperte: ecco perché© LAPRESSE
Fabrizio Patania
4 min
FIRENZE - Sei stato bravo, hai segnato un bel gol al Feyenoord, ti lascio a casa. Ecco il succo della telefonata di Spalletti, venerdì pomeriggio, quando ha chiamato Immobile per comunicargli l’esclusione dalla lista dei convocati per Macedonia e Ucraina, ultime due partite del girone di qualificazione verso l’Europeo 2024. Ciro usciva da un infortunio muscolare che non gli aveva consentito di rispondere alla chiamata di ottobre e da un periodo di scarsa forma con la Lazio, superato soltanto da pochi giorni, martedì scorso in Champions, realizzando agli olandesi il suo duecentesimo gol della carriera in biancoceleste. Scelta tecnica, figlia del momento. Il ct gli ha preferito Scamacca, Raspadori e Kean, i tre centravanti selezionati per compiere il passo decisivo e staccare il biglietto per la Germania. Spalletti è stato chiaro nella spiegazione. «Immobile è un calciatore importante, lo seguiamo con totale attenzione, anche se non sono ancora stato a trovare la Lazio a Formello, abbiamo visto le partite, ci siamo informati. Devo tenere conto per forza di molte cose. Mi sembrava che in questo momento gli altri tre (Scamacca, Raspadori, Kean, ndi) fossero più in condizione. In Champions ha segnato un gran gol, gliel’ho anche detto e gli ho fatto i complimenti, quando l’ho chiamato e ci ho parlato al telefono». Il tema, allargato anche ad altri calciatori esclusi dalla lista, riguardava i criteri seguiti dal tecnico di Certaldo per comporre la Nazionale. «Sono quelli di andare a vincere le partite che andiamo a giocare, convoco i migliori tenendo conto di tante cose. Lavoro nella totalità quando faccio certe scelte».  

Immobile e la questione fascia da capitano in azzurro

Certo ha sorpreso l’esclusione del capitano, da lui stesso eletto e nominato all’inizio di settembre, non solo in base alle presenze. Spalletti, in chiave futura, si è tenuto largo. Ciro lo ha tenuto dentro il mischione, non ha escluso (e neppure confermato) di poterlo richiamare. Venerdì i gradi toccheranno a Donnarumma. «Le presenze penso non siano la chiave giusta per la fascia. Il capitano è come si comporta, le cose che dice, il leader nascosto che viene fuori se le cose vanno bene, non lontano due chilometri se vanno meno bene, ha la stima degli arbitri e degli avversari. Quando sono arrivato, ho lasciato il capitano che c’era. In quel momento era giusto fare così, non è detto che non rimanga Ciro. Gigio mi è piaciuto l’altra sera a San Siro, gli era stato creato un clima contrario, ma ha fatto vedere personalità, non ha reagito, è stato un professionista serio».

Le porte aperte di Spalletti per Immobile

Spalletti non fa sconti e non ha preclusioni. Conta lo stato di forma. Immobile di fatto dovrà ricostruire il suo percorso azzurro, come in fondo è riuscito a Jorginho, tornato titolare con l’Arsenal. L’Europeo in Germania, a patto che gli azzurri si qualifichino, era e resta un suo obiettivo. In estrema sintesi: dovrà allenarsi bene, giocare con regolarità, tornare a segnare con la Lazio. E poi si sa come sono le convocazioni. Dipendono dal momento, dagli infortuni, dalle indisponibilità. Le porte a Coverciano restano aperte. Tutto è possibile, il posto non è garantito. Lucio, escludendolo, lo ha ridimensionato, rimettendolo in fondo alla lista, ma al vero Ciro non saprebbe resistere. 

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