Stadio Flaminio, la Nervi Project Foundation: “No al progetto Lazio”

Elisabetta Margiotta Nervi, segretaria generale dell’organizzazione intitolata allo storico ingegnere che creò l’impianto capitolino, parla dell’idea di Claudio Lotito
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ROMA - L’idea di Claudio Lotito, di rimodernare lo Stadio Flaminio e farlo diventare la casa della Lazio, si scontra con quella della Pierluigi Nervi Project Foundation. “Vogliamo che il Flaminio torni a vivere, ma non può e non deve diventare lo stadio della Lazio: verrebbe snaturato. Se il Comune lo darà a Lotito, noi con l’appoggio delle associazioni sportive daremo battaglia”. Elisabetta Margiotta Nervi, segretaria generale della Pierluigi Nervi Project Foundation, a Repubblica, si oppone fortemente al progetto di ristrutturare l’impianto capitolino abbandonato dal 2011 e realizzato da Pier Luigi e Antonio Nervi nel 1959.

Situazione Flaminio, il parere della Fondazione: parla Elisabette Margiotta Nervi

“Non abbiamo interessi economici, né di altro tipo, ma questa è la proposta giusta anche peri romani. Così il Flaminio tornerebbe alla città e non verrebbe snaturato nella forma e nell’architettura, rimarrebbe perfettamente inserito nel quartiere. L’idea della Lazio? Ci sono criteri oggettivi, ripresi dal vincolo di tutela del Ministero della Cultura, che sono identitari del Flaminio e che devono essere rispettati. È un monumento nazionale perché presenta alcune caratteristiche peculiari. Dunque va protetto, come il Colosseo o l’Arena di Verona. Non siamo d’accordo pure sulle eventuali attività commerciali che verrebbero fatte. Lotito giustamente ha bisogno di 45 mila posti. Per realizzarli verrebbe meno l’aspetto estetico del Flaminio, che è perfettamente inserito nel quadrante. Le tribune formano un’onda che sembra adagiarsi accanto alla collina dei Parioli e ne riprende il movimento. Se il numero di seggiolini da 20 mila diventasse 40 mila, non sarebbe un altro stadio? E poi pensate alla copertura: l’impianto di Nervi verrebbe imprigionato e imbavagliato da una struttura esterna. Che poi mi chiedo dove sorgerebbe, c’è poco spazio per i piloni. Il Flaminio non può essere utilizzato come una sorta di zoccolo per metterci sopra un’altra arena. Non va distrutto, che non vuol dire non fare nulla: è un falso mito. Non abbiamo potere decisionale. Ma se lo danno alla Lazio, noi possiamo fare ricorso. Di certo non resteremo a guardare come nulla fosse”.


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