Lazio in ansia, Luis Alberto è sparito: cosa sta succedendo

I 40 minuti senza qualità giocati con l’Inter testimoniano la netta involuzione dello spagnolo. Ma adesso Sarri ha bisogno di lui

ROMA - Poco ispirato, soprattutto stralunato. S'è vista troppo spesso la seconda versione del Mago. Luis Alberto nel pallone, più che in palla: escluso dalla formazione contro l'Inter, non ha dato torto a Sarri con il suo ingresso in campo. Non ci voleva molto, tra l'altro, a fare meglio dei calciatori scelti dall'inizio. Luce spenta, non era semplice incidere in un contesto simile, con la Lazio schiacciata dai nerazzurri. Era però complicato immaginare un impatto peggiore in corsa. L'errore più evidente è stato il calcio di punizione sballato, uno schema da fermo diventato ideale per il contropiede del 3-0: pallone intercettato da Sanchez sul suo passaggio in orizzontale, è nato da lì il gol di Frattesi, servito alla perfezione da Mkhitaryan. Una topica marchiana, la fotografia di 40 minuti giocati in modo impotente.


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Delusione

La Supercoppa italiana forse non fa testo, viste le difficoltà collettive dal primo al novantesimo. «Hanno faticato tutti, non ho visto differenza tra primo e secondo tempo», il concetto espresso da Sarri nella conferenza post-partita. Un dominio prolungato della squadra di Inzaghi. Gli ultimi mesi, però, hanno palesato una flessione lampante di Luis Alberto. Ha mostrato tocchi fatati e convinzione soltanto nella prima fase della stagione. Sembrava poter vestire i panni da leader, trascinare la rosa rimasta orfana di Milinkovic, l'altro big del centrocampo degli ultimi anni. Il Sergente ha assistito alla sfida con l'Inter dalla tribuna dell'Al-Awwal, è rimasto deluso dalla prestazione dei suoi ex compagni. Anche lui si aspettava un'altra verve da parte dei biancocelesti. 

Luis Alberto, periodo no

Accantonata la Supercoppa, restano tutti gli altri fronti aperti: la Coppa Italia (semifinali con la Juventus), la Champions League (gli ottavi-impresa contro la superpotenza Bayern Monaco) e la rimonta sul quarto posto in campionato, con la Fiorentina a +1 dopo 20 giornate. Sarri, a prescindere dalle scelte di formazione, non può fare a meno del migliore Luis Alberto per centrare imprese e rincorse. I problemi fisici hanno influito, ma non possono spiegare per intero il calo di rendimento. Si era fermato nella trasferta di Empoli per una lesione muscolare di medio-basso grado all'adduttore della coscia sinistra, per l'infortunio ha saltato le partite contro Frosinone e Udinese, poi è tornato in panchina con la Roma nel derby di Coppa Italia (convocazione simbolica). La Lazio, almeno a livello di risultati, non ne ha risentito centrando 3 vittorie su 3 con il Mago ai box o non utilizzato. Ha riconquistato la maglia da titolare con il Lecce, ha brillato poco, ma ha inciso pesantemente con l'assist per Felipe Anderson, decisivo per i 3 punti. 


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Scossa Luis Alberto

Da inamovibile del terzetto in mediana, ora è diventato un ballottaggio inevitabile nella testa di Sarri. O lui o Vecino, più in forma rispetto allo spagnolo, al di là della pessima prova offerta contro l'Inter anche dall'uruguaiano. In questo momento, osservando le mosse del tecnico, l'unico intoccabile è Guendouzi sul centrodestra. Per la Lazio comunque non ci sono altre vie, deve ritrovare Luis Alberto rinvigorito dal punto di vista tecnico e caratteriale. C'è bisogno di una scossa per la seconda metà della stagione, è ancora tutto in ballo con la squadra in corsa in tre diverse competizioni, rientrata di slancio nella corsa al quarto posto grazie alla striscia di 5 vittorie consecutive. La Serie A offre un'occasione immediata con lo scontro diretto con il Napoli. Saranno squalificati Immobile e Zaccagni, Castellanos potrebbe recuperare ma sarà lontano dalla condizione top. I colpi del Mago saranno una necessità inderogabile. 


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ROMA - Poco ispirato, soprattutto stralunato. S'è vista troppo spesso la seconda versione del Mago. Luis Alberto nel pallone, più che in palla: escluso dalla formazione contro l'Inter, non ha dato torto a Sarri con il suo ingresso in campo. Non ci voleva molto, tra l'altro, a fare meglio dei calciatori scelti dall'inizio. Luce spenta, non era semplice incidere in un contesto simile, con la Lazio schiacciata dai nerazzurri. Era però complicato immaginare un impatto peggiore in corsa. L'errore più evidente è stato il calcio di punizione sballato, uno schema da fermo diventato ideale per il contropiede del 3-0: pallone intercettato da Sanchez sul suo passaggio in orizzontale, è nato da lì il gol di Frattesi, servito alla perfezione da Mkhitaryan. Una topica marchiana, la fotografia di 40 minuti giocati in modo impotente.


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