Delusione
La Supercoppa italiana forse non fa testo, viste le difficoltà collettive dal primo al novantesimo. «Hanno faticato tutti, non ho visto differenza tra primo e secondo tempo», il concetto espresso da Sarri nella conferenza post-partita. Un dominio prolungato della squadra di Inzaghi. Gli ultimi mesi, però, hanno palesato una flessione lampante di Luis Alberto. Ha mostrato tocchi fatati e convinzione soltanto nella prima fase della stagione. Sembrava poter vestire i panni da leader, trascinare la rosa rimasta orfana di Milinkovic, l'altro big del centrocampo degli ultimi anni. Il Sergente ha assistito alla sfida con l'Inter dalla tribuna dell'Al-Awwal, è rimasto deluso dalla prestazione dei suoi ex compagni. Anche lui si aspettava un'altra verve da parte dei biancocelesti.
Luis Alberto, periodo no
Accantonata la Supercoppa, restano tutti gli altri fronti aperti: la Coppa Italia (semifinali con la Juventus), la Champions League (gli ottavi-impresa contro la superpotenza Bayern Monaco) e la rimonta sul quarto posto in campionato, con la Fiorentina a +1 dopo 20 giornate. Sarri, a prescindere dalle scelte di formazione, non può fare a meno del migliore Luis Alberto per centrare imprese e rincorse. I problemi fisici hanno influito, ma non possono spiegare per intero il calo di rendimento. Si era fermato nella trasferta di Empoli per una lesione muscolare di medio-basso grado all'adduttore della coscia sinistra, per l'infortunio ha saltato le partite contro Frosinone e Udinese, poi è tornato in panchina con la Roma nel derby di Coppa Italia (convocazione simbolica). La Lazio, almeno a livello di risultati, non ne ha risentito centrando 3 vittorie su 3 con il Mago ai box o non utilizzato. Ha riconquistato la maglia da titolare con il Lecce, ha brillato poco, ma ha inciso pesantemente con l'assist per Felipe Anderson, decisivo per i 3 punti.
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