Lazio, un capolavoro sarriano

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Alessandro Barbano
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Ciro vero, Guendouzi alla Milinkovic, Luis Alberto ispirato, Isaksen instancabile, e la Lazio neutralizza il Bayern, poi lo domina e infine lo stende come fosse l’Empoli. Non è un miracolo, ma un’impresa scientifica, studiata e messa in opera nei minimi particolari, con una cura del dettaglio dietro la quale c’è tutta intera la mano di Maurizio Sarri. La Lazio che guada i proibitivi ottavi di Champions senza annegare è finalmente la sua. Quella che ha da sempre in testa. Quella che in questa stagione ha faticato a costruire. Quella che nelle ultime settimane è venuta su, mattone dopo mattone, come un’architettura complessa e però coerente. Quella che da ultimo ha ritrovato in Immobile la chiave della sua geometrica arcata, il punto di riferimento per allungare la squadra, la sponda per disarticolare la difesa tedesca e affondare il colpo vincente. Il rigore trasformato dal centravanti risanato regala il prezioso successo all’Olimpico, ma in almeno altre due occasioni nel secondo tempo la Lazio avrebbe potuto battere Neuer, se Isaksen prima e Felipe Anderson poi non avessero indugiato un attimo di troppo nel tirare a botta sicura.  

La vittoria tattica di Sarri

Questo per dire che mai come ieri sera la vittoria di Sarri è limpida, cioè è specchio di un’organizzazione tattica esemplare che non ha avuto un solo momento di cedimento. Ingabbiando prima la macchinosa manovra del Bayern, e affondando poi il contropiede biancoceleste con coraggio e senza azzardo. Mai la Lazio si è allungata, mai ha rinunciato a un pressing asfissiante, raddoppiando e talvolta quadruplicando la marcatura sui portatori di palla tedeschi. Non a caso Provedel è rimasto sostanzialmente inoperoso per tutti i novanta minuti. 
Certo, di fronte la Lazio non aveva il Bayern nella sua condizione migliore. Ma una squadra nel cuore di una crisi di gioco e di risultati che da ieri sera fa traballare la panchina di Tuchel. Tuttavia i tedeschi sono scesi in campo aggressivi e nei primi venti minuti hanno schiacciato la Lazio nella sua metà campo, dominando nel possesso palla e trovando con Musiala una percussione costante sulla fascia sinistra. Ma qui l’accortezza tattica di Sarri, e cioè la capacità di tenere corta la squadra tra le linee, ha consentito di chiudere all’esterno ventunenne tutti gli spazi possibili.

Capolavoro Lazio

Il resto lo ha fatto un centrocampo perfetto, che si giova del dinamismo di Guendouzi e dell’illuminazione del suo regista spagnolo. Quando la mediana di Sarri gira così, il palleggio che esprime è in grado di ribaltare qualunque rapporto di forza. È quello che è accaduto ieri sera. Con un palleggio sublime la Lazio ha letteralmente bucato le linee tedesche, senza mai rinunciare a crederci e senza mai osare più del dovuto. Un capolavoro di abilità, di scaltrezza, ma anche di misura che dovrà ripetersi in Germania. Se le condizioni atletiche degli uomini chiave si manterranno eccellenti, ci sono tutte le condizioni perché il prodigio si replichi. Provare per credere.


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