Lazio, Guendouzi da record: è sempre più al centro del gioco

I numeri evidenziano l’apporto che dà in ogni fase. La sfida col Milan metterà di fronte centrocampisti fisici e tecnici
Daniele Rindone
4 min

I numeri lo illustrano meglio delle parole: 21 partite di fila, 2418’ di gioco da inizio stagione, 938’ nel 2024. La Lazio aveva tre divinità: Milinkovic, Luis Alberto, Immobile. Ne sono rimaste due. In più s’è aggiunto Matteo Guendouzi, centauro del centrocampo. Metà mezzala, metà podista. Lotta dentro al gioco, il suo talento elettrico ha conquistato i laziali. Quella cascata di riccioloni, che sembrano code di serpente, danno l’idea del guerriero mitologico. Quell’incedere invece dà l’idea di un mohicano. Vive ogni partita come la partita della vita, è questo che piace ai tifosi della Lazio. E’ pronto per la 22ª partita consecutiva, davanti al Diavolo di Pioli che tra centrocampo e attacco posiziona Loftus-Cheek. L’inglese è sempre stato un sogno di mercato di Sarri, fin da quando l’ha valorizzato al Chelsea. Non potendoci arrivare neppure dopo l’addio di Milinkovic, si è preso Guendouzi e lo ha robotizzato. Oggi il francese è l’anima della Lazio, anche nelle giornate più buie garantisce corse e rincorse. Si lancia in pressing, ha iniziato a segnare e a sfornare assist. A Torino ha colpito su invito di Luis Alberto, a Firenze è stato lui a spalancare la porta al Mago. Sta giocando più di tutti i centrocampisti della A (8 gare da titolare) da gennaio. E’ il quarto centrocampista per numero di sponde (11 come Lorenzo Pellegrini della Roma) dietro Felipe Anderson e Anguissa (14) più Luis Alberto (15). E solo Luis ha mandato al tiro più volte un compagno rispetto al francese (11 contro 7). Nel 2024 ha recuperato più palloni di tutti nella Lazio (40).

Il consiglio di Giordano

Guendouzi è un giocatore disposto al sacrificio, capace di incarnare gli istinti sarristi. E’ sempre il primo a incitare i compagni, anche ad ammonirli verbalmente. E’ successo a Firenze, il francese a un certo punto ha richiamato Iaksen, a suo avviso stava mancando in qualcosa. E’ stato talmente energico che Sarri si è sentito in dovere di intervenire per placarlo. Guendouzi ha il fuoco dentro, l’ideale per una partita bollente come quella di stasera. Tra chi è rimasto colpito dalla sua crescita c’è Bruno Giordano, l’ex bomber biancoceleste ieri ha lanciato un’idea per raddoppiare la marcatura su Leao: «L’idea deve essere quella di azzannare la partita e non accontentarsi. Loro ritrovano Leao, sono in salute, ma difensivamente sono abbastanza fragili. Sono una squadra ballerina che però ha dei giocatori davanti che possono determinare. Per marcare Leao - ha detto Giordano a Radiosei - scelgo più Hysaj, ma credo che il lavoro sporco dovrà farlo Guendouzi. Gli direi di pressare meno nella metà campo avversaria per dare manforte alla difesa. Quella del Milan è la miglior fascia sinistra d’Europa, con Theo e Leao». Marusic è recuperato, toccherà a lui da terzino. La catena di destra sarà formata con Guendouzi e Felipe Anderson (se Zaccagni come sembra partirà a sinistra).

Guendouzi, la Lazio è la sua dimensione

Guendouzi nella Lazio ha trovato la sua dimensione, cercata per anni. Nell’Arsenal non si era integrato pienamente, al Marsiglia sì e no. Pochi giorni fa ha confessato le sue emozioni: «Non so se tornerò un giorno al Marsiglia. Oggi mi trovo molto bene alla Lazio, sono in un grande club, abbiamo raggiunto gli ottavi di finale di Champions League e ho la possibilità di lavorare con un grandissimo allenatore. Gioco titolare, sta andando tutto bene e sono molto soddisfatto». Il suo furore, la sua energia, il modo in cui lotta oggi gli valgono l’appellativo Guendovunque.


© RIPRODUZIONE RISERVATA